Stuck, una nuova serie web italiana
Stuck è il titolo di una nuova web series italiana scritta e diretta da Ivan Silvestrini, autore che già ha all’attivo diverse opere, fra le quali alcuni documentari per Repubblica TV. La serie, interpretata da Riccardo Sardonè, Ivana Lotito, Vincenzo Alfieri, Valentina Izumi, Gaia Scodellaro e Mark Lawrence, è stata preceduta da un interessante trailer nel novembre 2011, anticipazione che ha acceso l’interesse di molti per il progetto che è finalmente debuttato in questi giorni.
La storia segue le vicende di David Rea, un non ancora meglio precisato consulente (forse un semplice ciarlatano, forse un geniale manipolatore), alle prese con i problemi personali nei quali si sono impigliati i diversi personaggi che di volta in volta gli si presentano davanti – personaggi bloccati in una certa situazione e che si rivolgono a David per essere guidati al di fuori di questo blocco (da qui il titolo, Stuck, e il motto della serie, “Where did you get stuck?”).
La produzione appare molto curata, così come la recitazione e le scelte stilistiche operate dal Silvestrini: fotografia limata e precisa, primi piani ben impostati, montaggio veloce, sono tutti elementi che conferiscono all’opera un’aria decisamente elegante e aggiornata. Notevole la scelta di girare il tutto in inglese (nel video sono comunque disponibili anche i sottotitoli in italiano), mossa più che condivisibile da un punto di vista della spendibilità del prodotto, e che gli attori sono in grado di risolvere con sufficiente abilità.
Quello che forse convince di meno in questo primo episodio è la lunghezza di certe situazioni e la ripetitività di certi schemi narrativi, anche se l’ironia di fondo riesce comunque a mantenere insieme la trama dell’opera; scorciato di alcuni minuti, l’episodio sarebbe risultato sicuramente più efficace e energico. Le potenzialità però ci sono: i personaggi devono ancora uscire del tutto allo scoperto, e alcuni spunti lasciano presagire un’architettura narrativa più ampia e interessante che, si spera, sarà svelata mano a mano con il procedere degli episodi.
Continua a errare su Facebook e Twitter per essere sempre aggiornato sulle recensioni e gli articoli del sito.
Maria, penso si tratti di una mossa di marketing: credo che Silvestrini abbia pensato che con un prodotto all’origine già in inglese sarebbe stato più facile acquisire visibilità sia su internet, sia in eventuali festival ai quali presentare la serie (poi, leggendo un’intervista, vedo che Silvestrini dichiara quanto gli piaccia l’inglese come lingua, e quindi ha sposato l’utile al dilettevole).
Personalmente non mi sarebbe dispiaciuto fosse in italiano, ma in linea di massima condivido le possibili ragioni che hanno portato a scegliere per l’inglese.
Molto bello, bravi tutti. Ma perché in inglese?