Torna la Best Ten di Kinema Junpo, la classifica dei 10 migliori film giapponesi 2015 stilata dai critici della più prestigiosa rivista di cinema del paese. Nonostante scelte notoriamente conservatrici che premiano di solito un cinema “medio”, in grado di coniugare il lato autoriale a quello commerciale – difficilmente esportabile dalle nostre parti –, per una volta anche gli appassionati occidentali troveranno numerosi nomi a loro conosciuti, con alcuni dei film più apprezzati nella passata stagione festivaliera.

Trionfa Three Stories of Love di Hashiguchi Ryōsuke (Hush!, Hush!, All Around Us), uno dei pochi cineasti dichiaratamente omosessuali dell’industria giapponese, nominato anche miglior regista e miglior sceneggiatore per un film che, con grande delicatezza e realismo, racconta tre storie d’amore da prospettive differenti. Tsukamoto Shin’ya, vecchia conoscenza nostrana, occupa il secondo gradino del podio con Fires on the Plain, presentato a Venezia nel 2014, ma uscito solo quest’anno in Giappone, dove ha confermato la propria importanza di film anti-militarista in un momento delicato per la politica estera del paese. Chiude il podio Happy Hour di Hamaguchi Ryūsuke, opera fluviale di oltre cinque ore, vista e premiata a Locarno, su un quartetto di amiche riprese nella loro semplice ma problematica quotidianità. Al quarto posto troviamo l’unico film della lista distribuito anche in Italia, Little Sister di Koreeda Hirokazu, ennesimo ritratto intimista e familiare della sua filmografia, anche questo coniugato tutto al femminile con quattro sorelle protagoniste. Segue un altro nome molto noto agli appassionati, quello di Kurosawa Kiyoshi che con Journey to the Shore, premiato a Cannes, intreccia efficacemente road movie e genere fantastico nella storia di un marito revenant che, insieme alla moglie – interpretata da Fukatsu Eri, eletta miglior attrice – viaggia per dare la pace alle anime tormentate dei defunti.

Veterano conosciuto anche da noi, Ishii Takashi (Freeze Me) dopo una serie di pellicole erotiche è tornato nel 2015 con Gonin Saga, aggiornando il suo action di culto del 1995, senza perdere la cattiveria degli esordi. Segue This Country’s Sky di Arai Haruhiko, grande sceneggiatore tornato alla regia dopo 18 anni, che adatta un romanzo di Tanizaki raccontando la vita di privazioni e la scandalosa storia d’amore di una giovane durante gli ultimi mesi della guerra. All’ottavo posto si piazza il dittico di Narishima Izuru dedicato a Solomon’s Perjury, thriller investigativo di ambiente scolastico – genere molto in voga in Giappone – basato su un romanzo di enorme successo in patria. Immancabile è la presenza di Yamada Yōji, ormai diventato il grande vecchio del cinema giapponese, che con Nagasaki: Memories of My Son sforna l’ennesimo dramma strappalacrime degli ultimi anni, nel quale risalta però la prova di Ninomiya Kazunari, eletto miglior attore. A chiudere la classifica troviamo invece un ex-equo tra Rolling di Tominaga Masanori e Being Good di Oh Mipo, trionfatrice lo scorso anno.