Carmilla

Racconto transmediale che vede il suo cuore nella webserie monocamera giunta alla terza e ultima stagione, Carmilla è un piccolo gioiello che intreccia ironia, fantasy e romance, giocando con le strutture narrative del racconto di vampiri. Vincitrice di molti premi, Carmilla è basata sui personaggi del famoso romanzo ottocentesco di Sheridan Le Fanu, che la serie colloca nell’attuale campus della Silas University.

Laura (Elise Bauman) è una matricola di giornalismo, la cui compagna di stanza, Betty, scompare misteriosamente. Al suo posto, un biglietto a scelta multipla che giustifica malamente l’assenza della ragazza; e anche una nuova compagna di stanza, l’affascinante Carmilla (Natasha Negovanlis). Con l’aiuto della tutor Danny (Sharon Belle), della responsabile del dormitorio Perry (Annie Briggs) e di LaFontaine (Kaitlyn Alexander) che studia biologia, Laura indaga sulla scomparsa di diverse altre ragazze, e su una serie di altri eventi sempre più sovrannaturali che hanno luogo nel campus. L’intera indagine viene registrata da Laura in un vlog, che costituisce la serie stessa e che non perde (quasi) mai il proprio tocco ironico.

Fra la prima e la seconda stagione si è avuto un momento di incertezza sulla produzione della serie, ma creampuffs di tutto il mondo hanno sfoderato le proprie abilità (e i propri assorbenti interni ed esterni) per sostenere lo sponsor UbyKotex.

In moltissimi casi è stata elogiata soprattutto l’inclusività alla base della scrittura della serie: Laura è dichiaratamente lesbica fin dalla prima puntata, così come Danny, mentre Carmilla è probabilmente bisessuale. LaFontaine è una persona non-binaria, che rifiuta di essere riconosciuta con il nome femminile di Susan e si identifica come “loro”, oltre ad avere un intenso legame sia con Perry che con la coscienza disincarnata di uno studente, J.P. Armitage, che nell’Ottocento è stato risucchiato dalla biblioteca e che la aiuta in varie ricerche. È proprio LaF a dichiarare “we do not apologize for the hardcore”, “non ci scusiamo per la figaggine”, sottolineando l’importanza della manifestazione della propria diversità e unicità come punti di forza di ciascun soggetto.

Il risvolto fantasy, ben gestito – nonostante la povertà della produzione – attraverso i racconti dei personaggi, si intreccia in modo affascinante con le diverse relazioni fra le ragazze, fornendo un pretesto per l’assolutezza romantica di alcune emozioni. Amore, tradimento, sorellanza, esclusione, senso di appartenenza o di mostruosità si alternano, dando vita a dialoghi che mantengono forte l’ironia del riuso. Tantissimi i riferimenti nerd che rendono particolarmente gustosa la serie, dalla tazza-Tardis di Laura alle citazioni di Buffy, fino ad arrivare alla partecipazione nell’ultima stagione di Enrico Colantoni nel ruolo del padre di Laura.

Nonostante alcuni momenti di gran confusione narrativa, la serie assicura divertimento e identificazione, e permette a chiunque di crogiolarsi nel romanticismo mentre lotta per la salvezza del mondo.

Ilaria D.
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