The Tree of life” in reverse. In questi giorni ci siamo interrogati spesso sull’impatto emozionale del cinema-vita chiamato Terrence Malick: da Roberto Benigni, il quale ha paragonato il film alla Cappella Sistina, alla nostra redazione, pro e contro, il film ha sucitato sensazioni diverse in ognuno di noi.

Che voi siate saliti sull’albero o meno, oggi vi vogliamo raccontare un’incredibile storia vera: l’albero della vita può emozionare anche a radici in su o meglio, al contario.

No, non è stata Barbara, ma il proiezionista del Lumière di un cineclub a Bologna il quale, per uno scambio di etichette sui contenitori della pellicola, ha proiettato per nove giorni consecutivi il nuovo film di Terrence Malick con i primi due rulli invertiti e senza che nessuno degli spettatori in sala se ne accorgesse.

Al proiezionista disattento va tutta la nostra ammirazione per aver inconsapevolmente (?) avvalorato la tesi che “The Tree of life” non è solo un lungometraggio, ma un vortice emozionale capace di sorprendere oltrepassando, letteralmente, i confini del cinema.

Adesso tocca a voi…

[poll id=”9″]

Fonte: La Stampa

Continua a errare con noi su Facebook e Twitter per essere sempre aggiornato sulle recensioni e gli articoli del sito.