Tutti gli intrighi, le tensioni e i loschi piani che hanno guidato i personaggi di “Game of Thrones” nei primi sei episodi della stagione stanno per giungere al termine e una inevitabile e prossima guerra.

In  “You Win or you Die” la lealtà e la bontà d’animo di Ned Stark rischiano di costare un prezzo molto alto all’intera casata del Nord.  Il carattere e le scelte di Ned, infatti, non tengono conto delle trame spietate della regina, Cersei Lannister, disposta a tutto pur di vedere suo figlio seduto sul trono di spade. La storia spazia dall’estremo nord, dove il “bastardo” Jon Snow e il suo nuovo amico Samwell Tarly prendono gli ordini della Guardia della Notte, e l’estremo sud, oltre il mare stretto, dove in seguito ad un attentato sventato ai danni di Daenerys e del figlio che porta in grembo, Khal Drogo, sembra abbracciare l’idea di muovere guerra ai sette regni.

La complessità della storia narrata fatta di luoghi geografici distanti e complesse discendenze dinastiche trovano una funzionalita narrativa ottima in questa serie che guida lo spettatore  senza mai perdere il filo della trama e senza risparmiare continui colpi di scena in una vicenda che sembra diventare giorno dopo giorno e episodio dopo episodio sempre più tragica e violenta.

Nell’episodio “You Win or you Die” compaiono anche due nuovi personaggi destinati ad avere un ruolo centrale nei prossimi episodi cioè nel finale di stagione. Il primo è lo spietato Tywin Lannister, capo della omonima casata, che sprona il figlio Jamie a prendere  armi e esercito per rivendicare ciò che gli spetta di diritto. Il secondo è Lord Baelish soprannominato “little finger” uno spregevole affarista capace di tradire chiunque in cambio di potere e soldi.

Se in “You Win or You Die” la situazione sembrava drammatica per la casata degli Stark nell’ottavo episodio, “The Pointy End“, si giunge al punto di non ritorno in cui solo la guerra e le armi possono decidere le sorti del regno. L’episodio inizia con duro e violento scontro armato che costa a Ned Stark l’incarcerazione con l’accusa di alto tradimento. La giovane Arya Stark riesce a fuggire all’arresto grazie all’intervento del suo “maestro di danza”. Una fuga che vedrà Arya impugnare per la prima volta la sua letale Ago, la spada che gli ha donato il fratello Jon Snow. L’altra figlia di Ned, Sansa, viene risparmiata e rimane sotto le grinfie della regina Cersei Lannister.

Intanto la guerra incombe. Tywin e Jamie Lannister marciano sulle terre del nord a capo di due eserciti e si ricongiungono con il “folletto” Tyrion sfuggito dalle prigioni della psicolabile lysa Arryn sorella della moglie di Ned Stark che oltretutto rifiuta l’aiuto militare alla sorella per difendersi dai Lannister.

Il futuro del nord e della famiglia Stark ricade interamente su Robb che non esita a riunire gli uomini a lui fedeli e marciare da Winterfell verso sud per incrociare le armi con la casata del leone.

Mentre la guerra segue le vie del nord ad Approdo del Re, Ned viene a conoscenza che la moglie non ha più Tyrion Lannister in ostaggio e capisce che per lui le speranze iniziano a svanire. A mortificare una situazione già di per se difficile è il ritrovamento di alcune salme di Ranger nella Barriera. Salme anomale inquanto corrotte dai poteri dei White Walkers e sarà proprio Jon Snow a salvare la vita del comandante delle Guardie della Notte da questa terribile minaccia che sembra diventare giorno dopo giorno sempre più imminente e difficile da contrastare.

La sceneggiatura dell’episodio è firmata direttamente da G.R.R. Martin autore della saga letteraria da cui è tratto “Game of Thrones” e non delude le aspettative pur mantenendo una solidità di trama efficace e sottolineando come il lavoro complessivo della messa in scena della saga si assolutamente di grande livello .

I prossimi episodi si presentano quanto mai ricchi anche se è effettivamente è impensabile risolvere il complicato puzzle di eventi in una soli 10 episodi, per questo la conferma della HBO di una seconda stagione è ossigeno per tutti gli appassionati della serie.

Scritto da Francesco Neri.

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