Innamorati dei cartoni animati, Battle Royale VS Hunger Games
Hunger Games VS Battle Royale. Una delle mie storie preferite è quella dove un gruppo di giovani sono costretti a partecipare a un gioco sanguinoso che si svolge all’interno di un’enorme e ostile foresta. Scopo del gioco: eliminare tutti gli altri. Regole: nessuna…se non che deve rimanere un solo superstite, l’unico che potrà tornare a casa. Di cosa sto parlando? Di Hunger Games (HG) e Battle Royale (BR)!
Se siete indecisi tra i due, non siete i soli.
Come HG, di Suzanne Collins, anche BR è prima di tutto un romanzo, pubblicato nel 1999 da Koushun Takami. Come sempre in Giappone BR ha poi generato a cascata manga e live-action, mentre HG è “solo” diventato uno dei film (Leggi la recensione QUI) di maggiore successo al box office americano.
Entrambe le storie sono ambientate in un mondo futuro/alternativo (il Nord America post-apocalisse/Repubblica della grande Asia) in cui governi totalitari hanno imposto un regime del terrore che culmina nei “Games“/”Battle Royale Act“, programmi usati per punire la ribellione contro la Capitale/tenere sotto controllo i giovani ribelli. Entrambi gli eventi sono ripresi dalle telecamere e la tecnologia in generale è una parte fondamentale, quasi un motore delle due storie, in BR gli studenti non parteciperebbero se non fosse per il collare esplosivo che li controlla e in HG è il controllo “remoto” di una regia iper-moderna a dirigere il gioco. Anche la qualità onirica delle due storie è simile: in entrambe i sogni dei personaggi sono usati per illustrare la loro personalità, le loro pulsioni e relazioni nascoste. La violenza è un’altra componente fondamentale, anche se lo splatter-gore giapponese è come sempre ineguagliabile.
Il gioco delle somiglianze potrebbe andare avanti ancora a lungo. Ma la sostanza delle storie è davvero la stessa?
In HG i protagonisti sono coppie casuali di giovani provenienti dai diversi distretti sottoposti al governo della capitale, ragazzi che non necessariamente si conoscevano prima della competizione e che vengono sottoposti a un periodo di addestramento e in qualche modo “armati” per partecipare al torneo. Solo di Katniss, la protagonista, e di pochi personaggi con cui entra in relazione sappiamo qualcosa. In BR giovani che hanno condiviso la vita scolastica e in molti casi sono legati da rapporti di amicizia o amore sono catapultati all’improvviso in una realtà dove i rapporti interpersonali e tutte le loro competenze di “normali” adolescenti non solo sono inutili, ma in molti casi si rivelano un ostacolo alla loro sopravvivenza. Mentre in HG i personaggi accettano il loro destino di “tributi” e si concentrano sulla sopravvivenza, in BR vediamo il pianto, il panico, la fuga, il suicidio. Ma soprattutto vediamo un approccio diverso al “gioco”: se tanto in HG che in BR abbiamo i “killer” decisi a tutto pur di sopravvivere, in BR compaiono da subito i “ribelli” che tentano con ogni mezzo di sabotare il gioco. Shuya, amante del rock e dunque per sua stessa natura ribelle, Shogo, che si dice essere sopravvissuto alla precedente edizione grazie a una misteriosa via di fuga e Noriko, studentessa solo apparentemente “normale”. Non solo dunque una ribellione finale ed estrema da parte di Katniss, guidata parzialmente dalla direzione presa dal gioco stesso, ma uno sgangherato trio che cerca di convincere tutti gli altri a entrare tra le fila dei ribelli e a scardinare il sistema nelle sue fondamenta.
E’ il livello di complessità dei personaggi a fare la differenza.
Complessità che in BR è riconoscibile in tutti, non solo nei protagonisti. Anche nella bellissima e spietata Mitsuko, la cui storia, ricomposta un tassello alla volta, ci rivela che nessuno nasce “cattivo”. Nessun eroe senza macchia. Nessun cattivo senz’anima. Forse per questo i personaggi di Battle Royale sono commoventi e angoscianti al tempo stesso. In loro riconosciamo quello che siamo, ma anche quello che potremmo diventare.
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