Cartoni animati 2012, in Giappone è iniziata la stagione televisiva autunnale, e con essa tutta una infornata di serie nuove che andremo a vedere più nel dettaglio in questo e nei successivi appuntamento della rubrica.

Jojo no Kimyou na Bouken
In concomitanza con il 25esimo anniversario dell’esordio del manga di Hiroiko Araki, ancora oggi in corso di pubblicazione, lo Studio David ha deciso di celebrare l’occasione annunciando di voler coprire con un numero ancora imprecisato di serie televisive le otto parti in cui è attualmente suddivisa l’opera. Si inizia quindi con Phantom Blood, il primo arco narrativo che introduce il grande nemico della serie, il vampiresco Dio Brando, e Jonathan Joestar, il capostipite della famiglia che dovrà, nel corso dei secoli, fare i conti con lui. Quello che non salta fuori da questo sunto sono però le caratteristiche fondamentali dell’opera: una sfrenata, inarginabile, estrosissima fantasia visiva e narrativa (che all’inizio ci mette un po’ a palesarsi, ma dal secondo arco narrativo in avanti non farà che espandersi e prosperare). E per quelli che pensano che alla fine si riduce più o meno tutto quanto a una serie di calcioni sui denti e cazzottoni sulla capa, si può sempre obiettare che si tratta di colpi sferrati nel modo più fantasioso e stravagante possibile, cosa che rende Jojo l’anti-Dragonball per eccellenza (e questo senza contare la miriade di personaggi secondari che arricchisono la storia di pieghe imprevedibili).

Magi
Trasposizione contemporanea di alcune delle storie e dei personaggi presenti nelle Mille e una notte, Magi è un anime d’avventura fresco e onesto, che intrattiene e diverte il giusto in una ambientazione ben congegnata. Ottimo per passare qualche serata senza troppo impegno.

Tonari no Kaibutsu-kun
La sorpresa di inizio stagione: commedia scolastica all’apparenza come tante altre, segue le vicende di una ragazza studiosa ed emotivamente distaccata e di un ragazzo lavativo e combinaguai, accoppiata tanto classica quanto abusata. E però il cartone ingrana velocemente, i personaggi si svincolano quasi subito dall’aura di banalità che li circonda, e la storia si dipana con delicatezza e amabalità insospettate.

Litchi de Hikari Club
Versione comico-sperimentale del bel manga horror di Usamaru Furuya, Litchi de Hikari Club è un divertente passatempo visivo che si diletta nel prendere in giro molti degli stereotipi narrativi dell’animazione giapponese (il club scolastico, l’obiettivo impossibile da raggiungere, le perversioni sessuali trattate come se fossero normali comportamenti quotidiani (eh)) conservando, grazie alle animazioni sghembe e artificiose, un peculiare sapore straniante. Non per tutti, ma a dargli un po’ di corda concede parecchie soddisfazioni.

Girls und panzer
In nove parole: studentesse che si scontrano a colpi di carri armati. L’anime è -davvero- tutto qua, e si inserisce nel già florido filone inaugurato da Strike Witches e da Upotte (forse è leggermente meno strambo, ma è come voler far differenza fra una martellata sul dito indice e una sul pollice). Il non plus ultra del moe unito alla nerdaggine applicata ai mezzi da combattimento pesanti, una nicchia che ultimamente sembra andare per la maggiore.

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