Toy Story, film del 1995 diretto da John Lasseter, è una storia ambientata nel mondo dei giocattoli di proprietà del piccolo Andy, che in sua assenza vivono di vita propria: il cowboy Woody, fino ad allora beniamino indiscusso del bambino, vede la propria posizione vacillare quando questi riceve in dono per il compleanno l’astronauta elettronico Buzz Lightyear. Fra i due pupazzi nasce un’accesa rivalità, ma le circostanze finiscono per vederli alleati quando Woody si ritrova per sbaglio nelle mani del vicino Sid, sadico distruttore di giocattoli.

Primo lungometraggio – con i suoi 81 minuti – realizzato completamente in animazione digitale, prodotto dalla Pixar e distribuito dalla Disney, Toy Story è il film che ha rivelato al mondo il talento del suo geniale autore, John Lasseter, e le immense potenzialità della nuova tecnica cinematografica.

Benché l’utilizzo della grafica computerizzata, straordinario al momento dell’uscita, appaia oggi piuttosto datato, e superato inevitabilmente dai successivi prodotti Pixar, Toy Story ha mantenuto intatto nel tempo un fascino davvero irresistibile, per la sua freschezza di contenuti e la capacità di coinvolgere emotivamente nella vicenda qualsiasi tipo di spettatore. Questo, grazie soprattutto a un’eccellente sceneggiatura (cui hanno messo mano, oltre allo stesso Lasseter, i collaboratori storici Andrew Stanton e Pete Docter e il futuro regista di The Avengers Joss Whedon), che parte dall’idea di fondo, tipica della fantasia infantile e già utilizzata in innumerevoli cortometraggi animati, dei giocattoli che prendono vita, per tessere un elogio di valori senza età come l’amicizia e la solidarietà.

Visivamente delizioso, il film può contare su caratterizzazioni a tutto tondo che rimangono facilmente impresse nella memoria, prime fra tutte quelle degli epici Woody e Buzz, che incarnano archetipi di giocattoli preferiti dai bambini in epoche diverse: nostalgico e vintage il primo, tecnologico e ultramoderno il secondo. Molto simpatici anche gli altri personaggi, dal cane allungabile Slinky al maiale salvadanaio Hamm, passando per il burbero Mr. Potato, ispirato a una linea di giocattoli molto popolare negli Stati Uniti, fino ai buffi alieni di gomma rinchiusi nella vetrina dell’artiglio meccanico. I grotteschi pupazzi mutanti, veri e propri freaks nati dai macabri giochi dell’arido Sid, aggiungono poi un tocco inquietante e malinconico alla vicenda.

Nella grandiosa riuscita dell’esperimento hanno sicuramente giocato un ruolo di primo piano il doppiaggio, con Woody che parla con la voce di Tom Hanks e Buzz con quella di Tim Allen (sostituiti in italiano da Fabrizio Frizzi e Massimo Dapporto), e la bella colonna sonora di Randy Newman, che ottenne una nomination all’Academy, così come la canzone originale, You’ve got a Friend, cantata dallo stesso compositore, e la sceneggiatura.

Accolto all’uscita da un successo planetario, Toy Story vinse un Oscar tecnico speciale e diede origine a due seguiti, nel 1999 e nel 2010, ad alcuni cortometraggi e soprattutto a un merchandising senza precedenti, degno di un’opera che, pur nella sua natura pioneristica, resta una delle pietre miliari del cinema d’animazione di ogni tempo.

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Alice C. Chiara C. Giacomo B. Giusy P. Leonardo L. Sara M.
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