Con l’annuncio dei vincitori, domenica 6 aprile si è conclusa la sedicesima edizione del Future Film Festival di Bologna, dedicata al tema Futuropolis.

Il premio Platinum Grand Prize è andato a Cheatin’ di Bill Plympton, mostro sacro dell’animazione indipendente americana. Gusto per l’eccesso spinto fino al paradosso, corporeità sfrenata e comicità grottesca costituiscono la cifra stilistica di questo settimo lungometraggio di animazione (realizzato grazie al crowdfunding) del grande regista. Interamente muto, Cheatin’ è incentrato attorno all’agrodolce storia d’amore, tradimento, gelosia e vendetta della raffinata Ella e del virile Jake. Se l’intreccio narrativo risente di qualche forzatura, il film risulta invece di straordinaria efficacia a livello visivo grazie a disegni originalissimi, caricaturali, oblunghi, flessuosi, quasi impressionistici, interamente realizzati a mano e dipinti con colori ad acquarello. Gli oltre quarantamila fotogrammi di Cheatin’, costati sette anni di lavoro a Plympton e al suo piccolo team, si fondono alla perfezione, spesso in modo comico, con molte celebri opere di musica classica, da La Traviata di Verdi a Pagliacci di Leoncavallo, fino al Bolero di Ravel.

Menzioni speciali della giuria per il francese Tante Hilda! di Jacques-Rémy Girerd e Benoit Chieux e il nipponico Short Peace di Katsuhiro Otomo, Shuhei Morita, Hiroaki Ando e Hajime Katoki. Tante Hilda! è una fiaba ambientalista giocata sullo scontro tra due personaggi portatori di due visioni del mondo opposte: da un lato, la logica del profitto rappresentata da Dolores, l’irascibile e quasi stregonesca titolare della Dolo, azienda che commercia enormi piante geneticamente modificate; dall’altro, la logica ecologista rappresentata da Hilda, una donna esile, gentile e aggraziata che vive in cima a una collina in una comunione quasi esoterica con le piante della sua serra personale. Dolores e i suoi fidi collaboratori porteranno il mondo sull’orlo della distruzione, ma alla fine sarà Hilda a trionfare. Fondamentalmente pedagogico, Tante Hilda! ha i suoi punti di forza in soluzioni narrative e ambientazioni originali, personaggi eccentrici e disegni realizzati a mano particolarmente vividi. Short Peace è invece una raccolta di quattro cortometraggi di ispirazione fantastica voluta da Katsuhiro Otomo, il celebre regista di Akira, capolavoro fantascientifico-apocalittico dell’animazione giapponese. Short Peace (dal 24 aprile distribuito in Italia in Blu-ray assieme a un videogame per PlayStation 3) si propone di offrire agli spettatori un’istantanea sulla situazione odierna dell’anime, affiancando a un episodio dello stesso Otomo, Combustible, creato con una tecnica di animazione basata sulla tradizionale pittura su rotoli, tre episodi di giovani promesse dell’animazione giapponese realizzati in computer grafica. Se Combustible, Tsukumo e Gambo sono ambientati nel Giappone del passato tra demoni, kimoni abbondati, templi e un misterioso orso bianco, in Farewell to Arms una Tokyo post-apocalittica fa da sfondo a uno scontro tra un drappello di soldati e un letale tank da guerra.

Per la sezione Future Film Short vince il premio della giuria Mr. Hublot, un corto del lussemburghese Laurent Witz già vincitore del premio Oscar e di altri numerosissimi premi. In un affascinante mondo steampunk è ambientata la semplice e toccante storia dell’amicizia tra Mr. Hublot, uno strambo personaggio affetto da disturbi ossessivo-compulsivi della personalità, dotato di occhiali multifunzione e di un contatore sulla fronte, e un cane-robot che si fa sempre più grande (fare clic qui per vederlo). Menzione speciale, infine, per il corto Wind del tedesco Robert Loebel che, con disegni stilizzati e geometrici, dà vita a un surreale e poetico regno del vento (fare clic qui per vederlo).

Per l’elenco completo dei premi e le motivazioni vi rimandiamo alla pagina ufficiale del Future Film Festival 2014.

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