Album 2013. Quanti motivi per voler archiviare alla svelta il 2013 e correre a braccia tese verso un incerto 2014? Molti, forse, ma non certo dal punto di vista artistico. Sul fronte cinematografico e seriale i colpi di fulmine e le riconferme si sprecano; e quello musicale non fa eccezione. Per quelli che ascoltano weird music, per chi sta sveglio tutta la notte to get lucky, per quelli che in queste serate hanno avuto il loro party anthem, ecco le top ten della redazione di Cinema Errante, come sempre sofferte, incerte e parziali. In attesa di un altro intenso anno di musica.

Barbara Nazzari

1. Kurt Vile – Wakin on a Pretty Daze: perché Vile, sganciandosi da ogni dinamica citazionista o di rinnovamento affannato, può continuare a essere semplicemente quello che è, l’erede di un cantautorato americano che sa unire essenzialità e complessità, con echi di Lou Reed (la conclusiva Goldtone) e Neil Young (la bellissima Pure Pain), ma metabolizzati in modo del tutto personale. 69 minuti che scorrono senza un intoppo.

2. Parquet Courts – Light Up Gold: si perdoni la piccola forzatura di considerare la ristampa di gennaio, ma i Parquet Courts, band texana trapiantata a NY, sono senza dubbio gli adorabili cazzoni di cui ogni classifica di fine anno ha bisogno; tra post-punk e new wave, tra Pere Ubu (si sentano certe sonorità di Master of my Craft), Wire, The Fall o Gang of Four, trovano posto pezzi come Stoned and Starving, ed è subito amore.

3. Vampire Weekend – Modern Vampires of the City (QUI la recensione): ogni anno a dire “ok, i Vampire ormai hanno dato tutto quello che potevano dare, che altro potranno aggiungere?”, e ogni anno Ezra Koenig riesce comunque a stupirci. Questa volta firmando il pezzo della consacrazione, summa di tutto ciò che c’è di meglio nel progetto VW: Hannah Hunt è perfetto nella scrittura (un testo che concettualmente è puro Koenig e gioca con la musicalità del linguaggio stesso come mai prima), perfetto melodicamente ed essenziale come i migliori pezzi del gruppo.

4. Janelle Monáe – The Electric Lady

5. James Blake – Overgrown

6. Daft Punk – Random Access Memories (QUI la recensione)

7. The Knife – Shaking the Habitual

8. Eleanor Friedberger – Personal Record

9. Fuck Buttons – Slow Focus

10. These New Puritans – Field of Reeds

Fabio Plodari

1. Vampire Weekend – Modern Vampires of the City (QUI la recensione): cambiare il giusto per rimanere al vertice. I “nuovi” Vampire Weekend non rinnegano il passato, ma vanno oltre, introducendo stimoli pescati ovunque (dalla musica classica come dall’hip-hop, fino a certa letteratura), per regalare quello che è a tutti gli effetti un classico moderno. E confermando Ezra Koenig come una delle penne più brillanti della sua generazione.

2. Deerhunter – Monomania: dopo la pausa Atlas Sound, lo stralunato Bradford Cox e suoi sodali tornano con un album “storto” con l’obiettivo di sparigliare nuovamente le carte. Beh, obiettivo raggiunto, ed ennesima prova di pregevole fattura da parte dei Nostri. Garage notturno è stato detto, per noi semplicemente grande musica.

3. Arctic Monkeys – AM: se il 2013 è stato l’anno delle conferme e dei grandi ritorni, le Scimmie ribadiscono, se fosse ancora necessario, di essere di un’altra categoria. Da qui in poi potranno permettersi qualsiasi cosa, dacché un posto nell’Olimpo per loro è già prenotato.

4. Franz Ferdinand – Right Thoughts, Right Words, Right Action (QUI la recensione)

5. Palma Violets – 180

6. Foxygen – We are the 21st Century Ambassadors of Peace and Magic (QUI la recensione)

7. John Grant – Pale Green Ghosts

8. Austra – Olympia

9. Daft Punk – Random Access Memories (QUI la recensione)

10. Chvrches – The Bones of What You Believe

Massimiliano Lollis

1. Franz Ferdinand – Right Thoughts, Right Words, Right Action (QUI la recensione): il quartetto scozzese torna, in questo grigio 2013, e lo fa alla grande, senza mai tradire la propria personale linea stilistica. Sono sempre loro, con l’inconfondibile voce di Kapranos, le melodie catchy e le sonorità retro scandite da tempi squadrati, ma qui li ritroviamo più freschi che mai, offrendo anche spazi di introspezione ed echi del migliore pop d’annata. Ordinate una pinta di rossa e scatenatevi sotto al palco: tra poco si inizia!

2. Daft Punk – Random Access Memories (QUI la recensione): Ecco invece due personaggi (francesi e mascherati da robot) che la rotta l’hanno cambiata completamente, frullando assieme sonorità dance 70s-80s, elettronica alla Giorgio Moroder e pop-soul commerciale, abbandonando l’elettronica d’Oltralpe dura e pura (il vocoder, però, guai a toccarglielo). Il risultato – al di là del tormentone estivo e azzeccatissimo di Get Lucky con Pharrel Williams – è un disco sorprendente, che ha fatto storcere il naso a qualche storico fan della band, ma non a noi. Consigliato.

3. Arctic Monkeys – AM: Torniamo in UK, ma un po’ più a Sud. Le (ancora per poco) giovani scimmie artiche di Sheffield si fanno sentire con un bel concentrato di energia rockettara senza pretese, ma piacevole. C’è anche spazio per la ballata di No. 1 Party Anthem, che si discosta dalle ritmiche concitate per farci ricordare un po’ il David Bowie dei vecchi tempi. Un Bowie che in questo bizzarro 2013 si è riproposto, in forma smagliante, con un nuovo disco, che però qui piazziamo al quarto posto, anche perché di presentazioni non ne ha di certo bisogno. Largo ai giovani dunque, e giù dal podio i BIG!

4. David Bowie – The Next Day

5. Primal Scream – More Light

6. Paul McCartney – New

7. Beady Eye – Flick of the Finger

8. Vampire Weekend – Modern Vampires of the City (QUI la recensione)

9. Empire of the Sun – Ice on the Dune

10. MGMT – MGMT

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