Presentato in anteprima al Festival di Roma, arriva in sala la riedizione del 32° classico Disney, “Il Re Leone” in versione 3D, che riporta al cinema dopo 16 anni le avventure del leoncino Simba e dei suoi compagni. Uscito nel 1994 e premiato con due Oscar, oltre ad altri premi, “Il re leone” è uno dei film più amati e venduti della Disney, non c’è da stupirsi dunque di un suo ritorno nelle sale.

La nuova versione, infatti, ha già registrato incassi record negli Stati Uniti posizionandosi al secondo posto tra i lungometraggi animati che hanno incassato di più, dietro a “Shrek 2“, con la notevole cifra di quasi 100 milioni di dollari. Merito della storia, dei personaggi, ma anche dell’ottimo lavoro fatto per questa nuova edizione.

La storia è nota: il piccolo Simba, figlio del re della savana Mufasa, crede erroneamente di aver ucciso il padre e fugge, spinto dal perfido zio Scar che intende sottrargli il trono. Vivrà esiliato con gli amici Timon e Pumbaa fino al giorno in cui dovrà confrontarsi col suo passato.

Quattro mesi di lavoro, più di 60 esperti di 3D, un lavoro capillare ed attento da parte dei due registi Roger Allers e Rob Minkoff hanno restituito un lavoro estremamente curato e forte. Nulla è stato lasciato al caso, ogni personaggio, ogni singolo dettaglio è stato attentamente vagliato per restituire un’immagine estremamente profonda e realistica. Gli ampi spazi africani e i campi lunghi e lunghissimi, composti da oltre 100 differenti livelli di profondità offrono una visione estremamente godibile e riescono ad arricchire ancora di più il valore artistico e tecnico del film. Con punte di altissima qualità, che hanno impegnato pesantemente il team, come le sequenze di volo di Zazu e la canzone di Scar “Sarò re”,  il film regala un’esperienza unica sia ai nostalgici, presenti in sala nel ’94, sia ai nuovi spettatori, i quali sono invitati a scoprire un film classico in una veste completamente nuova.

Rieditare i cult è ormai usanza diffusa, così come i remake, i sequel, i prequel e tutti i vari “reboot” di grandi classici di successo: un modo come un’altro per spremere ancora un po’ la gallina dalle uova d’oro di turno. Bisogna però operare delle distinzioni e, soprattutto, vagliare i risultati. Il caso de “Il Re Leone” è un buon esempio di come si possa lavorare in questo senso, di come si riesca a dare effettivamente nuova vita e ad arricchire veramente un grande film. Non solo un’abile manovra di marketing, inevitabile quando si tratta di grandi produzioni, non un semplice sovrapprezzo di biglietto ma, un’effettivo apporto al film in sé e, se non altro, un’ottima occasione per vedere o rivedere un classico senza tempo dell’animazione.

Tra il 2012 e il 2013, inoltre, pare che la Disney abbia in cantiere altre riedizioni in 3D come “La sirenetta“, “Alla ricerca di Nemo”, “La bella e la bestia” e “Monsters & Co.”. Non resta che augurarsi che il lavoro fatto per “Il Re Leone” sia preso da esempio per i progetti futuri.

Scritto da Leonardo Ligustri.

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