Guida ai cartoni animati 2010/2011
Cartoni animati: così poco tempo libero da impiegare nella visione degli ultimi ritrovati per l’intrattenimento visivo, così tante ore di roba da vedere e gustare. Vediamo di fare una perlomeno minima selezione di quanto di meglio è passato sugli schermi televisivi negli scorsi 12 mesi.
Panty & Stocking with Garterbelt
Ultima fatica, in ordine di tempo, della Gainax e di Hiroyuki Imaishi (regista di uno dei più bei anime degli anni 0, Tengen Toppa Gurren Lagann), è un anime che visivamente riprende lo stile di molti cartoon ammeregani di successo (soprattutto quelli di Tartakovskij e McCracken) e lo unisce a un umorismo scatologico di bassissima lega. Una cavalcata demenziale fra i generi e gli stereotipi narrativi, da godersi come il più colpevole dei guilty pleasures.
Avengers – Earth’s mightiest heroes
Con un occhio alle recenti trasposizioni cinematografiche, un altro all’opera che sta filmando in questi giorni Whedon, e un altro ancora (il terzo, e più importante) agli appassionati del fumetto, si tratta di un cartone ben scritto e ben diretto, che riesce ad accontentare tutti, sia chi entra in contatto per la prima volta con l’universo Marvel, sia i nerd più incalliti (ci sono diversi dettagli posizionati strategicamente per la delizia di ogni nerd), e che ha il gran pregio di ripescare i momenti migliori di cinquant’anni di storie Marvel.
Fractal-e
Anime fantascientifico e d’avventura molto curato e di gran pregio, soffre di una certa mancanza di ritmo e di sviluppo dei personaggi. Ricorda in più punti, per temi e narrazione, sia Fushigi no umi no Nadia che Mirai Shonen Conan, il che non è un difetto, ma avendo a che fare con due colossi del genere, pur essendo una visione piacevole non riesce a mantenere tutto quel che promette.
Puella Magi Madoka Magica
O, anche, l’Evangelion delle maghette. Se durante i primi episodi lo si può tranquillamente scambiare per l’ennesima filiazione di Sailor Moon (solo molto più curata e visivamente ricercatissima), da metà serie in avanti l’anime mette il turbo, e da semplice maho-shojo diventa un’opera fantascientifico-esistenziale che, con tutti gli elementi di entrambi i generi (da una parte abbiamo le ragazzine che si trasformano e combattono delle streghe maligne, e dall’altra abbiamo i viaggi nel tempo e gli alieni che sfruttano gli esseri umani), ragiona attorno alla natura dei desideri e di quanto essi incidano nella vita e nelle relazioni con gli altri.
Arakawa under the bridge
L’erede di un grande impero commerciale contrae un debito d’onore con una senzatetto, e si trasferisce a vivere con lei sotto il ponte di Arakawa (uno dei quartieri di Tokyo). Seguono avventure totalmente sballate della coppia e della comunità di barboni riuniti attorno a loro. Una lunga sequela di siparietti strambi e gag sopra le righe vanno a costituire un’opera leggera, dai personaggi bene assortiti, dalla quale traspare ogni tanto una nota più seria (anche se questa serve poi a far andar ancor più in vacca il tutto).
The Venture Bros
Quarta stagione per una serie partita come parodia dei cartoni per giovinetti ammeregani degli anni 70 e 80, e che però con il tempo ha trovato una sua ragione d’essere grazie all’accurato sviluppo dei personaggi e dei vari intrecci, che richiamano sempre con molta arguzia (e gran divertimento per lo spettatore) i più diversi generi televisivi o cinematrografici.
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