Tutte le migliori uscite di ieri, oggi e domani. Su questa rubrica? No, su pitchfork.com. Qui ci sono gli album e i singoli che piacciono a me. Prendere o lasciare. Stay tuned!

Si, è uscito il nuovo album dei R.E.M. “Collapse into now” ma questo a noi non interessa. La rockstar non è a lunga conservazione. La rockstar è tale se il sipario sulla sua carriera cala precocemente, meglio se per morte violenta, overdose, annegamento, impiccagione, pazzia. Trent’anni di invecchiamento giovano solo ad un buon cognac.

R.E.M. a parte, passiamo ai consigli per gli ascolti della settimana e cominciamo con un trittico in rosa: tre uscite speciali per l’8 marzo.

  • Alexi Murdoch – Towards the sun [Zero Summer]. Secondo atteso LP del cantautore scozzese che fa da soundtrack ad ogni serie televisiva che si rispetti. Senza scomodare l’immenso Nick Drake, Alexi piace per la dolce malinconia, la fragilità, il sapore d’intimità dei suoi pezzi. In attesa dell’uscita europea riascoltiamo “Trough the dark” dall’ EP a tiratura limitata del 2009.
  • Beach Fossils – What a pleasure [Captured tracks]. Che piacere ascoltare questo nuovo EP di Dustin Payseure & Co.! A Pasadena probabilmente è il solito inflazionato beach-pop, ma nel grigiore della pianura padana resta  un balsamo per lo spirito. Ascoltiamoci “Calyer” e sogniamo l’onda perfetta.
  • Wye Oak – Civilian [Merge Records]. C’era una volta una quercia, la più antica e maestosa degli Stati Uniti. Squarciata da un fulmine nel 2002, lasciò il Maryland senza il suo simbolo nazionale. La Wye Oak oggi è tornata: con un robusto fusto folk, possenti rami shoegaze e verdi foglie dream pop, è il nuovo pilastro del panorama indie. Ascoltiamo, rapiti, Jenn Wasner che canta delle ambiguità dell’amore in “Civilian”.

Si esaurisce con l’8 marzo questa rassegna di new releases? Niente affatto.

  • The Dodos – No color [Frenchkiss]. E’ dura vivere e operare dopo aver composto uno dei migliori album degli ultimi dieci anni (“Visiter”, si intende). I The Dodos lo fanno con dignità e impegno. Ascoltiamo  i dieci pezzi di quest’ultimo, democratico album (è interamente scaricabile su Amazon.com), come la piacevole “Don’t stop”. E’ concesso ripensare a “Fools” e piangere un po’.
  • Let’s Wrestle – Nursing home [Merge Records]. Avevamo lasciato questi adorabili cazzoni sulle spalle di Robert Fripp con “In the Court of Wrestling”, dopo un esordio a braccetto di Abba e Husker Dü. Wesley Patrick Gonzales, nel suo citazionismo compulsivo, prometteva un secondo album dal titolo “Trout Mask Wrestlica”.  E invece ecco arrivare “Nursing Home”, con la benedizione di Steve Albini. Sempre cazzoni? Senza dubbio (sul loro myspace si definiscono ancora black metal), ma con parecchia carica corrosiva in più. Ascoltare “Dear John” per credere.

    Scritto da Barbara Nazzari.

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