AltrodiGiacomo Brotto,25 gennaio 2011
Le nomination del Re Oscar
“E’ un simbolo perfetto dell’industria cinematografica: un uomo con un corpo forte e atletico che stringe in mano una grossa spada scintillante, e a cui è stata tagliata una bella fetta di testa, quella che contiene il cervello”.
Frances Marion, sceneggiatrice.
Si chiama Academy Award, è placcato in oro 24 carati, è alto 25 centimetri, ha un valore commerciale di 295 dollari e assomiglia allo zio di Margaret Herrick. Altro? ah sì il cinema, giusto, l’ambita statuetta viene consegnata ogni anno al maggior incasso miglior film della stagione cinematografica. La storia della cerimonia, inoltre, è segnata dal trionfo di pellicole indipendenti come “Titanic” e “Il Gladiatore”. Non avete mai sentito parlare di questi film per colpa della pessima distribuzione italiana? tranquilli, se siete stufi dei soliti blockbuster in 3D stile “Hana Bi” potete recuperare i film di Cameron e Scott ordinandoli online sul vostro sito russo di fiducia.
Ok, la smetto. Modalità seria on.
Grazie alle numerose candidature che vedono protagonisti i nuovi volti di hollywood la prossima cerimonia degli Academy Awards punta ad essere una delle edizioni più giovanili in assoluto. Sono in molti, infatti, gli artisti candidati al premio con un età inferiore ai 30anni (o poco più grandi), tra i quali spiccano Jesse Eissenberg (The Social Naetwork), Jennifer Lawrence (Winter’s Bone), la giovanissima Halee Stanfeld (True Grit) e James Franco (127 hours) il quale vestirà l’insolita doppia veste di candidato e presentatore della serata insieme a Anne Hathaway (un ulteriore segnale di rinnovamento da parte dei membri dell’academy).
Ma nonostante la ventata d’aria fresca (anagrafica), voluta fortemente dal presidente Tom Sherack, le neocandidature dimostrano l’esatto contrario; il premio è vittima di una formula old style sempre più evidente: se nelle passate edizioni gli oscar sono addirittura riusciti a stupirci, da David Lynch (Mullholland Drive), a Spike Jonze (Essere John Malkovich), fino a Kateryn Bigelow (Hurt Locker, la pellicola anti-box office vincitrice dell’oscar come miglior film) e passando infine per la nomination alla regia di Pedro Almodovar (Parla con lei), quest’anno i membri dell’academy hanno puntato sul sicuro.
Se andiamo a leggere le cinquine 2011, infatti, nessuna candidatura provocherà in noi un senso di stupore: il successo di Winter’s Bone, ad esempio, che dovrebbe rappresentare la sorpresa indie di questa edizione, era prevedibile. Vogliamo parlare del resto? abbiamo un film confezionato ad hoc per l’evenienza, “Il discorso del Re”, lo pseudo blockbuster d’autore “The social network” e la più classica delle formule botteghino = oscar, chiamata “Inception”. E quest’ultima regola vale anche per gli insospettabili “Black Swan” e “True Grit” diventati dei veri e propri fenomeni di massa al botteghino statunitense.
Ottiene un giusto riconoscimento, invece, “I ragazzi stanno bene”, pellicola indipendente che affronta il tema della famiglia omosessuale in modo delicato senza mai cadere nel facile tranello della bassa ironia (ottima l’interpretazione di Mark Ruffalo). Degna di nota anche le candidatura come miglior film straniero di “La donna che canta”, rivelazione di Venezia 67, e quella per i migliori costumi a Antonella Cannarozzi “Io sono l’amore” di Luca Guadagnino, ignorato (male!) nel nostro paese e acclamato negli stati uniti.
Volete una buona ragione per sintonizzarvi su SKY il prossimo 27 febbraio? vediamo…zio Oscar ha smascherato l’omosessualità di James Dean, ha provocato degli spasmi incontrollati a Halle Berry e ha portato sul palco del Kodak Theatre abiti deliziosamente kitsch. Inoltre gli academy awards sono ancora in grado di trasmettere allo spettatore il concetto di fabbrica dei sogni (certo finto e edulcorato) con estremo fascino. L’Oscar infatti non va seguito per la sua autorità artistica, ma per ascoltare ringraziamenti in puro stile hollywoodiano “It is true, there is some angels in this city” (Marion Cotillard) o, ancora meglio, per vedere una star inciampare in situazioni imbarazzanti.
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Vero, nessuna sorpresa in “schedina”… e ho visto troppo poche pellicole tra quelle in gara per poter dire che “in effetti però la nomination la meritavano”, come mi farebbero pensare tutte le opinioni e le recensioni favorevoli sentite finora. Personalmente tifo per I Ragazzi Stanno Bene, che tratta un tema complesso senza scadere nel volgare ma anche senza falso perbenismo. Avrei però candidato Julianne Moore, tanto la Bening si è già beccata il Golden Globe 🙂
@ Chiara: Sì. Guadagnino è riuscito a portare sullo schermo il largamente esplorato mondo dell’alta borghesia in modo personale e nuovo.
…detto questo, ti confesso di aver amato anche (500) giorni insieme. 😀
@ Giacomo: davvero ti è piaciuto “Io sono l’amore”?? io l’ho trovato uno dei film più brutti della storia del cinema 😀
“Black Swan” mi manca, invece.
@ Leonardo: Io non ho amato particolarmente “Black Swan”, un po’ troppo didascalico, ma Natalie Portman è effettivamente molto brava. La sua esibizione de “Il lago dei cigni” rimane impressa nella memoria, merito anche della regia di Aronofsky (in quel momento efficace).
@Davide: L’Academy ha dimostrato di apprezzare parecchio gli ulimi film dei Coen, da “Non è un paese per vecchi” a “A serious Man” (anche se quest’ultimo l’ho trovato meno valido rispetto al capolavoro precedente) quindi sono altamente probabili dei riconoscimenti, ma credo che quest’anno sarà l’edizione di Colin Firth.
Mi mancano ben 5 film candidati (aspetto Winters Bone, premiato anche a Torino, e 127 Hours) e sono molto contento per “I ragazzi stanno bene”, non è il miglior film dell’anno, ma è valido. Mark Ruffalo merita il premio.
ah…la Pixar, ovviamente, non sbaglia mai un film (o un sequel in questo caso) e mi raccomando recuperate “Io sono l’amore” capace di fare del nuovo con del “vecchio” e dal regista di “Melissa P” proprio non me l’aspettavo un’opera così riuscita. XD
…by the way, il mio film più atteso è “Blue Valentine” (Michelle Williams è candidata come miglior attrice).
Devo ancora guardarlo, ma il mio tifo è tutto per True Grit. Ho amato il libro, amo i fratelli Coen, amo Jeff Bridges, e se il film è fedele alla pagina scritta e registi e attori fanno il loro dovere, ben venga il loro trionfo!!! E poi per Jeff sarebbe doppietta… Niente male per un attore ignorato per trent’anni!!!
Molto felice per Black Swan, speriamo bene. Pienamente d’accordo per l’esclusione di Inception da miglior regia.