In orario, film in TV: 2 – 8 marzo 2015

A inaugurare il ciclo “Missione: Estremo Oriente” la prima visione assoluta del film tratto dall’omonimo manga di Mari Yamazaki, supersuccesso in patria. Thermae Romae racconta la storia di un improbabile viaggio nel tempo, dall’antica Roma al Giappone dei nostri giorni, alla ricerca dell’ingegno idraulico perfetto. Imperdibili gli attori giapponesi nihonjinbanare (“di aspetto occidentale”) nei ruoli di antichi romani. L’attesissimo sequel il 3 maggio chiuderà in anteprima il FEFF 16.

Il tramonto del cinema western (e la risposta a Sergio Leone) secondo Sam Peckinpah. “E’ come ascoltare a repeat Cortez The Killer di Neil Young”.

Green Street (titolo originale) è il nome della strada di Londra dove si trova lo stadio del West Ham. Qui, quasi per caso, Matt conosce il mondo degli Hooligans e ne resta affascinato. La lezione morale c’è ma non è così fastidiosa.

Dal romanzo di Sharnush Parsipur, le storie di quattro donne raccontate sullo sfondo del colpo di stato, supportato dalla C.I.A., dello shah Mohammed Reza Pahlavi. Esordio della videoartista iraniana Shirin Neshat, resa celebre per i suoi ritratti di corpi di donna interamente ricoperti da scritte in calligrafia persiana.

Da manager emergente della multinazionale agroalimentare per cui lavora a informatore ai danni della stessa società. E l’inganno del sogno americano è presto svelato da Soderbergh poiché “il senso è che tutto è senza senso”.

“Io sono solo Peter Parker… E Spider-Man… Mai più. Mai più..”. Anche l’uomo ragno, come l’uomo uccello, ha le sue crisi di identità.

L’adattamento della piece Le Prénom di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte nonché il film da cui è stato tratto Il nome del figlio diretto da Francesca Archibugi.

Tradurre in immagini un’opera fiume, per rivoli narrativi e di senso, quale è il romanzo dello scrittore russo, è sempre un’impresa ardua: il rischio più grosso sarebbe stato quello della semplice e sterile illustrazione, della fedeltà accademica e didascalica al modello letterario [continua a leggere]

Lontano dagli anni 80, Michael Mann non rifà la serie tv ma il suo cinema. Per nostra fortuna.

I soldati di un accampamento militare situato nella giungla amazzonica hanno fame di sesso e per calmarli, gli alti comandi si affidano a un giovane capitano: Pantaleon Pantoja che avrà il compito di istruire le “visitatrici”. Tratto dall’omonimo romanzo di Mario Vargas Llosa, “questo piccolo film, eccentrico e periferico, riesce nella difficile impresa di amalgamare sapori diversi. Forse perché, appunto, non s’è ancora persa, nel sud del mondo, la voglia di raccontare vecchi tabù, differenze sessuali, giochi di ruolo antichi, ma mai dismessi. Con l’innocenza di chi ancora non li ha smontati.”

Per tutti quelli che stanno ancora cercando Wilson in alto mare. We’re sorry!

Rose McGowan con la gamba-mitragliatrice vale da sola il prezzo del biglietto. Sottoscrivo.

È per caso che Vivian Maier, la babysitter con la Rolleiflex 6×6, è stata acclamata tra i più grandi fotografi del XX secolo.
Il giovane regista John Maloof, che ha ritrovato lo scrigno pieno di negativi, ricostruisce con un documentario investigativo il ritratto di una femminista, socialista, grande appassionata di cinema e soprattutto autodidatta. Nominato tra i migliori documentari agli Oscar 2015.

La missione di De Palma qui è fantascienza. O si ama o si odia. Tutto si regge con la colonna sonora di Ennio Morricone.

La femme infâme degli anni ’90.

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