AltrodiBlogger Erranti,19 settembre 2013
Franz Ferdinand – Right Thoughts, Right Words, Right Action: la recensione
I Franz Ferdinand tornano alla grande con un disco (il quarto) che ha tutte le carte in regola per essere una miscela concentrata di pezzi estremamente orecchiabili: Right Thoughts, Right Words, Right Action.
Per chi già apprezza il gruppo (scozzese nonostante il nome germanico) nato nel 2002, l’album è un piacevole ritorno allo stile che da sempre li contraddistingue. In questo disco, infatti, ritroviamo le loro classiche sonorità geometriche e matematiche, dai ritmi sostenuti, dai riff di chitarra taglienti e dai testi a volte oscuri: tutto ciò che ha contribuito a renderli popolari nel corso dell’ultima decade. Unostile che può piacere o meno, ma che non può certo essere ignorato: al di là dei gusti personali, ai Franz Ferdinand va almeno riconosciuto il merito di aver creato un sound piuttosto definito e caratteristico, notevolmente “trainato” dalla voce peculiare di Alex Kapranos.
In questo quarto disco, tra i brani da ricordare c’è sicuramente quello di apertura (Right Action), dal ritmo addictive e ossessivo. Gli amanti del genere, però, apprezzeranno senza dubbi tutta l’intera parte iniziale che prosegue con Evil Eye e giunge a Love Illumination. Un ritmo che invita a ballare e battere il piede a ritmo, accompagnati dall’uso del synth, del basso elettrico non virtuoso ma sempre attentamente calibrato, dalla voce di Kapranos e dalla batteria sincopata che da sempre è marchio indelebile del quartetto.
Atmosfere più nostalgiche e psichedeliche si avvertono invece nella seconda parte del disco, con trovate non sempre all’altezza del forte incipit. Con gli ultimi due brani del disco (Brief Encounters e Goodbye Lovers and Friends) gli scozzesi osano un po’ di più, abbandonando per un attimo le loro sonorità di maniera. Qui il basso torna ad avvincere, e la melodia, pur essendo ancora “così tipicamente Franz Ferdinand”, rivela per un attimo la volontà di dare qualcosa di nuovo. Ma quel “nuovo” fatica a maturare, e l’impressione di fondo su questo album è che il gruppo abbia lavorato bene, offrendo un prodotto di qualità, per quanto non molto coraggioso. Non è certo necessario deludere i fan più intransigenti, come hanno fatto da poco i cuginetti dance Daft Punk, cambiando radicalmente influenze musicali e ispirazioni, ma qualche passo in avanti verso un prodotto un po’ più rischioso ma innovativo lo si potrebbe anche fare.
A proposito di rischio, l’annuncio delle date del loro tour 2014 (pochissime in giro per l’Europa e moltissime in “casa” UK) ha smosso una valanga di critiche e delusione a palate da parte dei fan sparsi per il continente. C’è chi li accusa di non voler esagerare con le date per mancanza di fondi. A parte tutto, gli italiani dovranno accontentarsi dell’unica data italiana di Milano (ad Aprile). Se siete tra quelli che non possono proprio stare fermi ascoltando un loro disco, vi consigliamo di iniziare a scannarvi per accaparrarvi i biglietti già in vendita da qualche giorno sui circuiti online.
Scritto da Massimiliano Lollis.
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