Future Film Festival 2012, i film del 31 marzo
Siamo arrivati alla penultima giornata qui al Future Film Festival 2012 di Bologna e il programma si fa sempre più fitto e interessante.
Ottimo riscontro di pubblico ieri alle proiezioni serali, a partire dal piacevolissimo A letter to Momo di Hiroyuki Okiura. Delicato racconto sul dolore e il senso di colpa, questo film d’animazione unisce con grazia elementi miyazakiani (lo sguardo sull’infanzia, il confronto con la morte e la malattia, l’immaginario fantastico tradizionale giapponese), delle caratterizzazioni dei personaggi particolarmente azzeccate (i tre demoni declassati, Mame su tutti, sono irresistibili) e un ritmo narrativo sempre coinvolgente, a parte un finale forse un po’ troppo diluito.
Chronicle di Josh Trank purtroppo non è del tutto all’altezza delle aspettative. Un tema classico (“da grandi poteri derivano grandi responsabilità”) ricontestualizzato in chiave adolescenziale, con un eroe fragile per troppo tempo vessato e un mondo ostile che spinge verso il lato oscuro: nonostante le buone premesse il film si perde nell’ostinazione della macchina da presa intradiegetica e in un crescendo finale del tutto privo di spessore.
La mattinata di oggi invece si è aperta con The Great Bear di Esben Toft Jacobsen, tenera favola sulla possibilità di una pacifica convivenza tra tutti gli esseri viventi. Gli strani animali che popolano la foresta e il placido orso con alberi, prati e rocce sulla possente schiena rimangono nel cuore: per chi l’avesse perso è in programma in replica domani, domenica 1 aprile alle 16.00.
Attesi per stasera Lorax – Il guardiano della foresta 3D di Chris Renaud, già regista di Cattivissimo me e gli alieni incazzati di Attack the Block di Joe Cornish. I fan del genere non rimarranno delusi: il film di Cornish è classico nei suoi elementi portanti (l’esterno al gruppo inizialmente ostile che finisce per integrarsi, il rifugio minacciato, le divergenze strategiche, il sacrificio dell’eroe etc.) ma dei personaggi particolarmente convincenti e il fatto che, paradossalmente, tutto appaia come una strenua difesa del quartiere da parte delle sue giovani leve gangsteristiche dà al film quel quid in più.
Scritto da Barbara Nazzari.
Fonte: il Sole 24 Ore
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