AltrodiBlogger Erranti,20 gennaio 2012
Superstudio in mostra a Prato
Superstudio è il nome di uno studio di Architettura di Firenze attivo tra il 1966 e il 1973; la retrospettiva a loro dedicata dal museo Pecci di Prato, dal 6 ottobre fino al 26 febbraio 2012, è sicuramente un’ottima opportunità per chiunque abbia voglia di conoscere un pezzo della storia più recente dell’arte italiana. Lo studio fu fondato da Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia a cui, in seguito, si aggiunsero Roberto e Alessandro Magris, Giampiero Fassinelli e Alessandro Polo.
Esponenti di quella corrente definita Architettura Radicale (insieme con gli Archizoom Associati), i sei giovani architetti si proposero, attraverso l’esperienza di Superstudio, di portare avanti un discorso estetico che fosse anche un’aperta critica alla società dei consumi e al contesto lavorativo dell’Italia del tempo, toccando in definitiva temi di natura apertamente sociale e politica. Un vero e proprio movimento critico, quindi, quello di Superstudio, che, attraverso progetti ed oggetti di Designe, metteva in scena utopie in negativo e universi dell’irrazionale che avevano per scopo quello di opporsi al funzionalismo razionale della società dei consumi.
La retrospettiva mette in mostra i temi più cari di Superstudio (Il Monumento continuo, la Supersuperfice, la Superarchitettura), avvalendosi di fotografie ed oggetti provenienti dall’archivio “Toraldo di Francia”; con essi crea un percorso che, attraverso le immagini, è in grado di dispiegare il pensiero e la poetica dello Studio senza alcuna fatica o forzatura. L’architettura si unisce, così, alle altre arti in un complesso sistema comunicativo che si serve di numerosi medium al fine di veicolare i contenuti del Movimento; contenuti, poi, meravigliosamente riproposti alla fine dell’intero percorso, attraverso il Film di Superstudio, un vero e proprio manifesto programmatico che riassume la maggior parte delle immagini in mostra.
Scritto da Rossella Carpiniello.
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“La Superarchitettura è l’architettura della superproduzione, del superconsumo, del supermarket, del superman, della benzina super”, già dal manifesto c’è del genio.