Ormai giunta alla terza stagione, The Americans è la serie di FX ideata dall’autore televisivo ed ex agente della CIA Joe Weisberg. The Americans racconta la vita di Elizabeth e Philip Jennings, le spie del KGB splendidamente interpretate da Keri Russell (Felicity) e Matthew Rhys (Brothers & Sisters). È il 1981, e i due russi vivono sotto mentite spoglie nei sobborghi di Washington DC. Sono sposati, gestiscono un’agenzia di viaggi e hanno due figli adolescenti ignari della loro vera identità; non dormono mai, sono maestri del travestimento e dell’inganno, sono assassini a sangue freddo. Sono soldati: come tali servono la madrepatria con ogni mezzo a loro disposizione.

The Americans è una serie di spionaggio che rivisita i cliché del genere con uno sguardo obliquo, spesso tragicomico, sempre disturbante. Il tema del travestimento ha irrevocabilmente abbandonato il glamour di Alias, e gioca invece con la riproposizione di un “vintage” indigesto primi anni ’80. Fotografia, scene e costumi sono in colori spenti, immagini sbiadite del passato recente; i due attori, bellissimi, si imbruttiscono, perdono i capelli, ispessiscono gli occhiali, indossano abiti frustranti. Beffardo il look, beffardo lo show; ma anche scioccante, a partire dalla grafica del logo che inserisce una falce e martello nella parola “americans”. La serie è conturbante sotto molti aspetti, a cominciare dal trattamento riservato ai corpi dei protagonisti: sono corpi di soldati, appartengono alla patria; e allo stesso modo sono corpi di puttane, pronti a offrire e subire qualsivoglia servizio sessuale pur di portare a termine la missione. Il tema sessuale diventa estraniante: insistito e mai erotico, racconta la fedeltà dei protagonisti all’ideale, e l’asperità del loro ruolo.

The Americans alterna oscurità e candore. Nel gioco di specchi e di inganni, il matrimonio di Elizabeth e Philip è più reale delle loro stesse identità, ormai trasfigurate dalla Storia. Sono una coppia aperta per necessità, ma rappresentano l’Amore maiuscolo; e a ben vedere, i due agenti del KGB incarnano valori cari all’America: sono attaccati alla propria famiglia e leali verso la patria, e il loro idealismo sembra giustificare la ferocia della loro professione. Il sesso e la violenza a cui assistiamo non sono mai pornografici, ma spostano le convenzioni sociali e narrative in territori scarsamente esplorati dai normali prodotti televisivi. Per intenderci, in uno dei momenti più eversivi dell’intera serie vediamo Elizabeth commuoversi sinceramente mentre partecipa al falso matrimonio del suo vero marito, che deve sposarsi con un’altra donna.

In poche parole, The Americans è tra i testi più assurdi e stimolanti della televisione contemporanea: è la serie americana dove i comunisti sono i buoni, sono gli eroi, dove la famiglia rimane unita nonostante i sotterfugi, dove due spie sovietiche fedeli alla linea sono anche i bravi genitori di due figli normali. Auguriamoci di vederla ancora per lungo tempo.

Sara M.Chiara C.Giacomo B.Sara S.
8 1/2888 1/2