Show Me a Hero: la recensione
Diretta dal regista premio Oscar Paul Haggis, una storia di politica americana realmente accaduta
É terminata questa settimana sul canale Sky Atlantic Show Me a Hero, la miniserie in sei puntate prodotta da HBO e diretta dal regista premio Oscar Paul Haggis. Show Me a Hero racconta la vita di alcuni abitanti della città di Yonkers, New York, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, mantenendo al centro della storia il personaggio realmente esistito di Nick Wacisko, giovane sindaco della città.
La serie è scritta da Lisa Belkin, autrice del romanzo omonimo che ha ispirato la serie, assieme a David Simon e William F. Zorzi, già autori della celebre serie TV The Wire. Show me a Hero conferma lo stile caratteristico dei suoi autori: una sceneggiatura che brilla per la cura nei dettagli, la precisione giornalistica con cui vengono analizzate le dinamiche sociali, familiari e lavorative dei personaggi, la presenza di più storie indipendenti ma ambientate nella stessa città e destinate a intrecciarsi in modo più o meno diretto.
Ottima la scelta del cast che alterna sapientemente nomi noti del cinema americano qui proposti in ruoli secondari, da James Belushi a Winona Ryder passando per Alfred Molina, a attori meno noti ma già presenti in serie precedenti tra cui la già citata The Wire, come Melanie Nicholls-King e Clarke Peters. Su tutti svetta il protagonista Oscar Isaac, che riesce a trasmettere il trasporto, la passione, gli eccessi emotivi del suo personaggio Nick Wacisko, delineando così una figura profondamente umana e credibile nella sua incoerenza.
Riunioni straordinarie del consiglio comunale, assemblee, votazioni di maggioranza, associazioni di quartiere: come in un documentario di Wiseman, in Show Me a Hero il futuro di un’intera comunità passa inevitabilmente attraverso i momenti di dialogo e discussione tra i suoi membri. Prendendo le distanze, come è loro solito, da ogni forma di sentimentalismo, gli autori sviluppano un racconto urbano che rivela le conseguenze tragiche di decisioni politiche sbagliate e di una società piena di paradossi. Ma allo stesso tempo la serie mostra come può essere dura e coraggiosa la vita per chi fa politica credendoci veramente.
Show Me a Hero è dunque un’opera ambiziosa e di ampio respiro, dai temi complessi trattati evitando banalità e semplificazioni. Per questo motivo avrebbe meritato un numero ben maggiore di puntate rispetto alle sei previste. Alcuni episodi, come quello su Carmen Febles, giovane madre sudamericana in difficoltà economiche, passano troppo velocemente e non godono di spazio sufficiente, ciò a tutto svantaggio del coinvolgimento emotivo dello spettatore.
Ciononostante resta l’abilità unica di David Simon e colleghi, qui supportati dalla mano sicura di Paul Haggis, di raccontare l’America con sguardo analitico, in bilico tra fascinazione e critica aspra. E proprio come in molte canzoni di Bruce Springsteen, qui assoluto protagonista della colonna sonora, la tragedia è sempre dietro l’angolo, a conferma di quanto scriveva F. Scott Fitzgerald: “Show me a hero, and I will write you a tragedy”.
Michele B. | ||
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