Il Fandom di Sherlock
C'erano una volta i fan di Sherlock Holmes
Cominciamo con un omicidio. Nel 1893 Sir Arthur Conan Doyle uccide Sherlock Holmes in The Final Problem pubblicato su Strand Magazine. Segue il primo fenomeno di fandom della storia. Nella biografia di Martin Booth, si legge che per aver “ucciso” Sherlock, Doyle riceve minacce di morte, viene preso a ombrellate da un’appassionata signora, mentre 20.000 persone cancellano l’abbonamento allo Strand. I fan dell’epoca organizzano delle campagne per “salvare” Sherlock ed è sotto la loro pressione, anche economica, che Doyle riporta in vita il personaggio che odia di più al mondo (Doyle odiava Sherlock per avergli “rubato la scena”). Il mastino dei Baskerville in cui Sherlock torna in scena si svolge prima di The Final Problem, ma questo non interessa ai fan che festeggiano la “resurrezione” distribuendo adesivi che recitano “Sherlock Holmes è vivo!”. Si tratta di una delle prime fan-production della storia opera di The Baker Street Irregulars. Una società di appassionati di Sherlock Holmes a cui si accede su invito e che conta tra i suoi membri Roosvelt e Truman. Da qui le fan-production si moltiplicano. Questi fan primordiali non solo si appassionano alle avventure di Sherlock e si mobilitano per farle continuare, ma le studiano anche a fondo. Nasce così The Grand Game, un gioco collettivo in cui ci si comporta come se Sherlock e Watson fossero persone realmente esistite, le loro avventure rispecchiassero fatti reali e Doyle fosse l’alter ego letterario di Watson. A dare inizio al gioco è il monsignor Ronald Knox. Nel 1911 presenta a Oxford “Studies in the Literature of Sherlock Holmes” un’accusa alle critiche “letterali” della Bibbia che lancia invece un gioco che dura da più di 100 anni coinvolgendo sempre più fan.
Oggi il gioco continua, online. Il 15 gennaio 2012 sulla BBC va in onda The Reinbach Falls della serie Sherlock e il protagonista muore. Di nuovo. Alla fine dell’episodio sono anche messe in dubbio la sua credibilità e la natura criminale del suo peggior nemico, Moriarty. Una fan svedese, Mika Hallor, decide di lanciare una campagna per far “sentire” a Sherlock che i fan sono dalla sua parte. I contributi alla campagna sono raccolti sotto #believeinsherlock. L’idea è: immagina di essere fan di Sherlock “dentro” la serie. Sherlock, Watson e Moriarty sono veri. Fai qualcosa nel mondo reale, per difendere Sherlock, e posta la tua azione/tributo sulla pagina della campagna. (Andate a dare un’occhiata al tumblr #believeinsherlock). In poco tempo, la campagna diventa non solo virale, ma mondiale. Partecipano fan di Sherlock dal Madagascar al polo Nord. (Date un’occhiata a questa mappa in evoluzione). Quindi un gioco collettivo che si ripete o meglio che continua a distanza di più di un secolo. E tutto per Sherlock Holmes. E voi cosa siete disposti a fare o cosa avete già fatto per Sherlock?. Se ancora non avete agito ma questo articolo vi ha dato qualche idea…approfittate del fatto che Sherlock Holmes è patrimonio pubblico.
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