How I Met Your Mother, Who cares now? Perché questa settima stagione, diciamolo, dà il colpo di grazia ad ogni entusiasmo ed aspettativa sulla serie. Certo, continueremo a guardarla per affetto, ostinazione e inerzia. Ma i segni di cedimento che apparivano già nella quinta e nella sesta stagione qua si trasformano in vere e proprie scosse telluriche che sconquassano ogni residuo di buon senso, buon gusto, umorismo e appeal dei personaggi.

7×06 Mistery vs History – 6.2 della scala Richter. Una delle puntate più brutte della storia di HIMYM. Contestualizziamo: nelle prime puntate della stagione l’attenzione è gravitata tutta attorno al rapporto di Barney con Nora, tra gesti eclatanti per conquistare la fiducia della ragazza, confessioni e  promesse. Tra parentesi, questa storyline è una delle cose più sbilenche costruite in questa stagione (e ce ne sono), per cui può capitare di vedere Barney e Nora più innamorati che mai e dopo qualche puntata saperli in rotta senza alcuna delucidazione (come avrò modo di risottolineare, in questa stagione è legge la totale sospensione della linearità logica). Ulteriore aggravante l’odiosa trasfigurazione di Robin in personaggio piagnucoloso e privo di nerbo. Ovviamente Robin è sempre stato una figura ricca di sfumature, fragile, contraddittoria ma da qui a piazzarla in pianta stabile sotto una scrivania a bere, piangere e ordire complotti, beh, ne passa. In questo contesto prende il via Mistery vs History che si segnala per l’assoluta insignificanza: da una parte c’è la decisione di Lily e Marshal di non sapere il sesso del nascituro, ma forse sì, ma forse no, ma forse sì, ma forse no e Kevin – il terapista di Robin, dalla scorsa puntata anche suo fidanzato – che dipinge la stanzetta e fa osservazioni sulle dinamiche interne al gruppo. *Yawn* Dall’altra, un sempre più irritante Ted Mosby si interroga sulla vera identità della partner della serata, ma troppa curiosità gli fa perdere un’occasione. *Doppio yawn*. Tragicamente Mistery vs History stabilisce i nuovi canoni della serie: niente risate, niente intrecci interessanti, niente sviluppi significativi, niente di niente. Toccato il fondo? Affatto. Deve ancora arrivare..

7×08 The Slutty Pumpkin Returns – 6.5 della scala Richter. Ecco un’altra tendenza inequivocabile della stagione: ripescare personaggi a caso dal passato della serie e confezionare imbarazzanti puntate riempitivo. In questo caso l’imbarazzo è massimo perché c’è pure Katie Holmes. E poi le dinamiche emotive di Ted, tutte fatte di epocali colpi di fulmine e di “se non ti immagino come la madre dei miei figli entro i primi cinque secondi di appuntamento puoi anche andare a ranare”, hanno sinceramente stancato. Ma se pensate che queste siano le vicessitudini più fiacche capitate al nostro eroe vi sbagliate. Deve ancora arrivare..

7×10 Tick Tick Tick – 5.8 della scala Richter. Una puntata in cui Ted e Marshal fumati vanno in cerca di Nachos. Punto. Il che denuncia l’ennesima tendenza dominante della stagione: fare cose che dovrebbero far ridere e non fanno ridere. Ma di questo avremo modo di parlare in occasione della prossima scossa tellurica, la più drammatica. Intanto segnaliamo gli sviluppi narrativi occorsi fin qui: Barney e Robin passano una notte insieme ma, a differenza di Barney che parla con Nora e interrompe la loro relazione, Robin non trova il coraggio di lasciare Kevin. Lily e Marshal, invece, cominciano la loro epopea di trasferimenti; si comincia con la casa di Long Island lasciata dai nonni di Lily. Da questo momento in poi non ci sarà puntata in cui non cambieranno casa o convinceranno qualcuno a cambiare casa o lasceranno la casa a qualcuno, tutto senza alcuna logica. Ah, nel frattempo Marshal continua a lavorare per Garrison Cootes come avvocato ambientalista. E a proposito di Garrison Cootes..

7×15 The Burning Beekeeper – 7 della scala Richter. Siamo arrivati alla puntata che farebbe cadere in un gorgo di sconforto anche il fan più accanito. Perchè The Burning Beekeper è tutto ciò che HIMYM non è più, una cartina di tornasole inequivocabile, la misura dell’abisso. L’episodio raccoglie tutti gli elementi classici della serie: l’evento enigmatico di cui non si conosce l’origine, la costruzione a flashback, i dialoghi ritmati e, ovviamente, il formaggio Gouda di Marshall. Eppure fallisce miseramente su tutti i fronti; i dialoghi sono smorti, la storia insignificante, non c’è niente che faccia ridere e il personaggio di Martin Short è del tutto inutile. Come se non bastasse la puntata si colloca nel bel mezzo dello psicodramma “Robin è disperata perché ha scoperto di essere sterile (WTF?!) e per questo Kevin ha ritirato la sua proposta di matrimonio”. Ora, che Robin non volesse affatto avere figli è cosa nota. Che la notizia di non poter averne possa turbarla comunque è altrettanto plausibile ma qui il dramma è amplificato oltre ogni ragionevolezza. Il ritorno di fiamma con Ted poi è un altro di quei riempitivi frolli di cui la stagione è cosparsa. Facciamocene una ragione.

E a proposito di riempitivi, le ultime sette puntate sono un unico, gigantesco riempitivo in attesa di quello che tutti già sanno fino alla nausea, cioè che l’insistente flashforward del matrimonio di Barney nasconde Robin come promessa sposa. E lo sanno tutti perché mai Barney è stato impegnato in rapporti seri tanto quanto in questa stagione, il tutto ovviamente per sviare e far credere e suggerire e *yawn*. Ora è il turno di Quinn, spogliarellista dello strip-club di fiducia che riuscirà a conquistare il cuore di Barney e un posto di convivente nella sua casa, finora roccaforte del piacere. Per poi ricevere, in The Magician’s Code, la fatidica proposta di nozze. Una doppia puntata finale in cui si salva solo Marvin “Wait for it” Eriksen, che minaccia di nascere mentre il padre è impegnato in un rocambolesco ritorno da Atlantic City. Sul resto non voglio dilungarmi, per pudore. Vi basti sapere che, sul finale, Ted “lagna” Mosby scappa con Victoria (sì, ancora lei) strappandola all’altare.

Rimane un unico piacevole ricordo, di Barney new leader of the gang (magari lo fosse) e della sigla in stile soviet con Better Lily e New Marshall. Tutto il resto è noia.

Scritto da Barbara Nazzari.

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