Breaking Bad 5×02: la recensione
Madrigal: paure, macchinazioni e uscite di scena dopo la caduta dell’Impero. Si comincia con una sequenza laconica e surreale in puro stile Breaking Bad, l’assaggio meccanico delle nuove salse per pollo da parte di Mr. Schuler, responsabile della divisione fast food della Madrigal Elektromotoren, ultimo pasto rituale prima di un harakiri germanicamente asettico.
My guys are solid, dirà poi Mike, convinto che nessuno dei suoi uomini cederà di fronte agli interrogatori, alle lusinghe, alle proposte della polizia. Mr. Schuler, l’unico inequivocabilmente coinvolto, si toglie la vita. Non tutti si dimostrano altrettanto solidi e indifferenti a quello che è il motore della puntata e di tutta la serie: il denaro. Con il denaro, Lydia, socia d’affari di Gus, vuole chiudere la bocca agli 11 “che sanno” e che possono incastrare lei e Mike. Il denaro (i conti off-shore della Los Pollos Hermanos) è l’arma che la DEA ha per incastrare i complici di Gus nel traffico di droga. E per il denaro (e per l’ebbrezza del potere, ma non certo per la famiglia), Walt vuole continuare con gli affari in città, nonostante l’attenzione della polizia sia ormai tutta puntata sul caso Fring e su una domanda ancora irrisolta: se Hector Salamanca ha ucciso Gustav Fring, chi ha procurato la bomba a Hector Salamanca?
Restando in tema di bombe, è di Mike la migliore descrizione di Walt: You’re trouble. You’re a time bomb tick…tick…ticking and I have no intention of being around for the boom. Infatti, la discesa agli inferi di Walt continua senza rallentamenti: più razionale, più calcolatore rispetto alla scorsa stagione, in cui erano le paranoie a guidarlo in mosse preventive per lo più illogiche, ma proprio per questo ancora più disumano. Come in Live Free or Die sono continui i riferimenti a se stesso come unico elemento determinante della realtà, unica volontà in gioco, quasi dio in terra. A Mike propone di creare una società a tre e, sottolineando il nuovo ruolo che rivestirebbero, owners not employers, svela, se ce ne fosse stato ancora bisogno, il vero proposito che animava il suo scontro con Gus, il desiderio di arrivare al vertice mascherato da legittima difesa di sé e della sua famiglia. Alle perplessità di Jesse sulla disponibilità di metilammina risponde che la sostanza c’è (immaginiamo: because I say so), e di avere fede. Fede in un culto costruito attorno a sé e alla propria presunta onnipotenza, un culto che si nutre di un’antimorale del rischio e della sfida come autolegittimazione.
Il massimo livello di diabolicità lo mostra nel finto ritrovamento del ricino. Straordinaria la sequenza in cui prepara certosinamente una sigaretta identica all’originale sostituendo il veleno con una fialetta di sale da mettere nel Roomba, il già famoso robottino aspirapolvere, il tutto con in sottofondo la conversazione tra lui e Jesse, in cui si mostra rassicurante e solerte nei confronti dell’amico, pronto a cercare con lui la scottante prova. Jesse, d’altra parte, continua a farsi carico del senso morale, delle responsabilità e del senso di colpa di cui Walt si è completamente spogliato: prima preoccupato che il veleno possa finire nelle mani di qualche innocente, poi, una volta trovata la sigaretta, disperato per aver dubitato di Walt e averlo incolpato dell’avvelenamento di Brock.
L’unico ad avere un visione d’insieme razionale e, a modo suo, morale resta Mike che, pur nel caos in cui è precipitato, riesce a provare dolore per i suoi uomini, anche quando sono serial-killer per conto di Lydia, e pietà per quest’ultima, madre di una bimba che non vuole abbandonare. Risolverà la situazione risparmiandola e accordandosi con lei per la fornitura di metilammina.
Puntata impeccabile, fondamentale per lo sviluppo della trama e piena di momenti inconfondibili alla BB, fra cui l’assaggio delle salse con l’imbarazzato tecnico tedesco che snocciola dati, il porcellino lasciato da Mike a dondolare davanti alla porta per confondere Chris, in attesa di ucciderlo, e Walt che riceve conferma di avvio della sua nuova attività criminale, con le mani di bravo casalingo insaponate nel lavello della cucina. E la scena finale è affidata, come nella scorsa puntata, ad un inquietante incontro tra Skyler e Walt, con l’ennesima delirante autoassoluzione: When we do what we do for good reasons, we’ve got nothing to worry about. And there’s no better reason than family. Possano quindi ricominciare gli affari. Ma per quanto? Hank è sempre più vicino alla soluzione. Right in front of me. Right under my nose.
Scritto da Barbara Nazzari.
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