Community 3×01 – 3×10: la recensione
Giubilo, trombette, festa: torna Community! Il 15 marzo è arrivato, e l’ingiusta pausa forzata che ha colpito la terza stagione negli ultimi mesi è finita. L’ultimo episodio trasmesso, “Regional Holiday Music”, è andato in onda ormai più di tre mesi fa, l’8 dicembre, condannando i fan allo sconforto. Non è ancora chiaro se la serie verrà rinnovata per una quarta stagione (chissà che l’Oscar vinto da Jim Rash/Dean Pelton per la sceneggiatura di Paradiso amaro non aiuti), ma nel dubbio non ci crucciamo, e pensiamo piuttosto a goderci gli altri dieci episodi che ci attendono. Intanto, ripercorriamo cosa è successo finora.
Questa prima parte di stagione è attraversata da un’atmosfera leggermente più seria, esemplificata dai piccoli cambiamenti nelle dinamiche dello study group: i più giovani, Annie, Troy, Abed, hanno preso sicurezza e guadagnato personalità, Pierce è tornato il solito vecchio razzista, mentre Britta è diventata la maldestra ufficiale (con tanto di neologismo verbale, to britta, sinonimo di rovinare qualcosa) e Shirley (un po’ trascurata in questa prima parte di stagione) continua ad essere una moralista rompiscatole, ma con una gran bella voce.
Ma soprattutto Jeff ha in parte perso il ruolo di mentore e guida cool in mezzo a un gruppo di disadattati, finendo spesso escluso. Interessante la gestione degli opposti impulsi di Jeff, che spesso si defila volontariamente per poi tornare sui suoi passi troppo tardi, quando gli altri ormai se la sono cavata. In questo senso la premiere (3×01, “Biology 101”) è un ottimo episodio, perché definisce le coordinate di ciò che vedremo nei successivi: intanto, la prima sequenza è un numero musicale, che sembra una precocissima anticipazione dello strepitoso episodio anti-Glee, “Regional Holiday Music” (3×10); ma canti e balli saranno presenti anche in “Remedial Chaos Theory” (3×04), “Advanced Gay” (3×06), e “Studies of Modern Movement” (3×07), in cui Jeff e il Dean si lanciano in un pacchianissimo duetto di “Kiss From A Rose” che è già cult. La premiere segna anche il ritorno di Pierce nello study-group, e l’inizio delle ostilità tra lui e Jeff, che in questo stesso episodio dà di matto anche lui fino ad accorgersi con terrore, appunto, che di questo passo diventerà la copia di Pierce.
Come scopriamo in “Advanced Gay”, Pierce e Jeff sono accomunati, oltre che da una certa autocompiaciuta arroganza, da irrisolti conflitti con padri dispotici: se nulla sappiamo del padre di Jeff, qui facciamo la conoscenza del padre di Pierce, che va in giro con un parrucchino d’avorio e con convinzioni al confronto delle quali l’etica di Pierce è pura avanguardia. Ma è Jeff che ancora una volta, come Britta puntualizza a più riprese storpiando la terminologia psicanalitica, rivede in Pierce il proprio conflitto, e si rende protagonista di una non proprio metaforica uccisione di “un” padre.
Intanto infatti Britta si è data alla psicologia, scelta che puntualizza cercando continuamente di psicanalizzare frasi e comportamenti, con risultati pessimi. Nell’episodio di Halloween, “Horror Fiction In Seven Spookey Steps” (3×05), i risultati di un test che Britta ha sottoposto al gruppo rivelano che tra loro alberga un profilo da potenziale serial killer; salvo poi accorgersi di aver commesso un errore nella correzione, e che ad una nuova analisi tutti hanno un profilo da pazzo omicida tranne uno…
Troy e Abed vivono insieme, ed Annie si aggiunge a loro, nel tenerissimo episodio “Studies of Modern Movement”, tra fortini di coperte e piccoli screzi che vengono risolti con improvvisate storie in ombre cinesi.
L’immancabile parentesi metatestuale è affidata all’episodio “Documentary Filmmaking Redux” (3×08), in cui secondo il principio che Hearts of Darkness (Viaggio all’inferno), il documentario sulle riprese di Apocalypse Now, è molto più interessante del film stesso, Abed riprende il Dean Pelton che tenta di girare un nuovo spot per Greendale: come previsto, nel farlo il Dean impazzisce, trascinando con sé tutti gli altri. Fino all’arrivo di Luis Guzman (la cui statua, come sappiamo, campeggia davanti alla scuola) che riporta il Dean con i piedi per terra, mentre Abed, da dietro le quinte, salva capra, cavoli e morale della storia.
Oltre a quello di Halloween, costruito un po’ come la serie dei Simpson “La paura fa novanta” (“Treehouse of Horror”), sono solo due gli episodi definibili “a tema”. Il primo, meraviglioso, è “Remedial Chaos Theory” (3×04): attraverso il dado da Yahtzee lanciato da Jeff, prendono vita sei diverse linee temporali, che cambiano in base a chi scende ad aprire la porta al ragazzo delle pizze. I sei risultati sono folli ed esilaranti, e c’è da scommettere che la linea evil risbucherà in qualche episodio. Il secondo è “Regional Holiday Music”, che è anche la puntata di Natale, ennesima chicca riuscitissima sia come parodia di Glee, che come episodio in sé, con numeri musicali perfetti che giocano sulle caratteristiche di ogni personaggio e strizzano l’occhio ai fan (la canzone di Annie ha provocato più di un infarto).
Si potrebbe stare a parlare per ore di ogni episodio di Community: tra le altre cose citiamo la nuova ossessione di Abed per le serie british e per Inspector Spacetime; e l’ingresso nel cast di John Goodman, nei panni del magnifico Cattivo, il vicepreside Laybourne, molto più ricco e potente del Dean stesso in quanto direttore del distaccamento scolastico di riparazione dell’aria condizionata; visto negli episodi 1 e 6, riapparirà certamente, a giudicare dal trailer (geniale, ça va sans dir) dei prossimi episodi.
Ora è meglio finire qui questa ricognizione, con in testa il pensiero che almeno per un po’ avremo storie nuove da vedere e commentare, e la speranza che un giorno il mondo si accorga della grandezza di Community.
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