Breaking Bad 4×05: la recensione
Iniziamo subito con una buona notizia: la amc ha recentemente rinnovato Breaking Bad per una quinta e ultima stagione di 16 episodi. Ora, più contenti di prima, parliamo di “Shotgun“. Dopo lo scossa narrativa di “Bullet Points” il quinto episodio continua a muoversi verso una direzione stlistica e narrativa più ritmata, buttando nuova carne sul fuoco.
C’eravamo lasciati con jessie e Mike verso una destinazione sconosciuta, probabile punto di non ritorno per Pinkman. Nulla di più falso. A sorpresa Jessie viene reclutato da Mike per aiutare quest’ultimo a recuperare del denaro, lasciando così qualche interrogativo. Gus, infatti, ha un progetto per il ragazzo, ma per adesso è consentito di sapere solo che il viaggio è andato più o meno secondo i piani. Il tutto viene mostrato attraverso una regia da videoclip, un po’ troppo di maniera, che allontana l’episodio dal consueto, e gradito, taglio registico della serie; ma solo in un paio di scene. Ci troveremo ben presto ad assistere al pressante sguardo di una videocamera, al martellante utilizzo della colonna sonora e a un monologo da pelle d’oca.
Walt, invece, letteralmente destabilizzato dalla continua incertezza degli eventi, continua a compiere atti immaturi e impulsivi, come il sesso riconciliante con Skyler, sempre più fredda, calcolatrice e macchinosa, e il quasi smascheramento a casa di Hank. L’inevitabile riavvicinamento tra i due ex coniugi, annunciato dalle dinamiche degli episodi precedenti, è fulmineo, ma basta una tazza firmata Beneke per infliggere sul volto di Walt rabbia e smarrimento, espressione che lo ha accompagnato sin dall’inizio della stagione. Il ritorno sull’argomento Gale, inoltre, è sufficente per scatenare nel chimico un desiderio, bambino, di rivalsa verso la sua arma più importante e sicura (il genio) in un monologo pericoloso che porterà a conseguenze poco piacevoli: lo sguardo della moglie non lascia dubbi sul riavvicinamento con il marito, mentre in Hank, finalmente in forma, nascono nuovi interrogativi.
Anche se con qualche caduta di stile, “Shotgun” conferma l’indubbia qualità della serie, di cui non ci si stanca mai, definita come la migliore del piccolo schermo da Vince Gilligan:
“Breaking Bad è stato il lavoro dei sogni per questi ultimi quattro anni. Aver lavorato con il miglior staff artistico e tecnico in TV mi rovinerà nei miei lavori futuri. Sono fortunato a collaborare con loro per altri 16 episodi, e sarò sempre riconoscente alla Amc e alla Sony che fin dall’inizio hanno creduto nello show e mi hanno supportato creativamente e professionalmente. Abbiamo corso dei rischi con Breaking Bad che non avremmo potuto correre con altri network.”
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