Mentre i network USA mirano a fidelizzare un pubblico sempre più specifico, RaiUno punta ancora sul proprio cavallo di battaglia generalista, che eleva all’ennesima potenza il concetto di fiction “per tutta la famiglia”. La stagione 7 di “Un medico in famiglia“, trasmessa dal 27 marzo al 26 maggio 2011, continua infatti a regalare la sensazione rilassante del ritrovarsi fra persone care dopo una lunga giornata e del concedersi un po’ di fiducia nei buoni sentimenti. La dottrina del trionfo dell’amore, collaudata sin dal 1998, conquista ancora tra 4 e 6 milioni di spettatori a episodio (senza contare le repliche in streaming, subito online su rai.tv). Ma ancor più dei picchi di share (25%) colpisce che la formula magica della serie, pur fin troppo buonista, sia riuscita a compensare la sceneggiatura ormai prevedibile e le pesanti assenze.

[Spoiler!] All’appello mancano infatti l’insostituibile nonno Libero, pur ricordato regolarmente, e Guido Zanin, che aveva ricoperto il ruolo eponimo durante l’assenza del “titolare” Lele Martini, ma soprattutto aveva creato un nuovo ramo della famiglia con Maria e la figlia Palù. Il mancato rinnovo dei contratti di Banfi e Sermonti ha portato gli sceneggiatori a “salvare” l’intoccabile nonno Libero spedendolo negli USA, ma anche a far morire Guido in un incidente avvenuto dopo la sesta serie (tre anni prima). Tale espediente, pur già noto agli spettatori (la stagione 1 si apriva con Lele vedovo con figli a carico), permette di sondare le emozioni di Maria, divisa fra il ricordo del marito e il nuovo legame col giornalista Marco, padre divorziato che dovrà archiviare lavorodipendenza, amante-passatempo ed ex moglie post-depressa.

Altri due amori travagliati sorreggono la stagione 7: il complesso rapporto tra Reby, Alberto e Albina (solo UMIF poteva risolvere un triangolo con un nuovo amore e il recupero di tutte le amicizie coinvolte!), ma soprattutto l’odissea di Lele e Bianca, tra il ritorno di Virginia, ex di Lele, e quello di Gus, ex marito di Bianca, che nasconde i documenti per il divorzio nel tentativo di riconquistare la moglie e la figlia Inge (la quale convince poco, con le sue crisi di gelosia sfruttate all’inverosimile per giustificare svolte diegetiche).

Scricchiola anche la sottotrama della colf Melina, che oscilla tra l’obbligare il promesso sposo Dante a fare mille lavori per pagare il matrimonio perfetto e la gelosia per le conseguenze dei suddetti incarichi. Ugualmente traballante la storia di Ciccio e Tracy, tra la risoluzione del rapporto conflittuale con i circensi genitori di lei e i sogni di paternità di lui. Un po’ più vivo invece è il percorso di Annuccia, che nel divenire ambientalista e rappresentante d’istituto finisce per lasciare il fedele e impacciato Gianfilippo per il bellone della scuola, per poi tornare ovviamente sui suoi passi. Completano il quadro i disastri di Giulio; l’ossessione astrologica della segretaria Maura; il nuovo fidanzato di Ave; il giovane psicologo Francesco, che corteggia invano Maria e finisce per innamorarsi di Reby; nonché la solita variopinta schiera di comparse, dai senzatetto agli adolescenti problematici.

Inutile dirlo, il rocambolesco matrimonio di Lele e Bianca, sotto un’enorme nevicata primaverile, permette la risoluzione di tutti i conflitti, nonché uno sguardo al futuro con le gravidanze di Bianca, Tracy e Melina. Finale canonico, dunque, eppure l’effetto-famiglia resta sempre piacevole, sia perché si affrontano le problematiche di ogni fascia d’età, sia perché in 13 anni (reali e fictional) il clan Martini è davvero cresciuto con noi – e continuerà a farlo con l’ottava stagione, già programmata. Riuscirà l’affetto dilagante a sopperire anche all’annunciata defezione di Margot Sikabonyi? E nonno Libero tornerà a Poggiofiorito? Una parola è troppa e due sono poche…


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