Breaking Bad 4×04: la recensione
L’inizio di “Bullet Points” è quello che si può definire un classico del cinema sul narcotraffico americano: un camion frigorifero che attraversa le desolate strade del sud e che improvvisamente viene crivellato da due individui muniti di fucili mitragliatori, alla Perdita Durango per intenderci. Ma nessun problema perché a sorvegliare dall’interno , rinchiuso nella cella frigorifera, c’è il solito Mike a cui bastano due soli colpi di pistola per sistemare gli assalitori (e rivali in affari?) lasciando sul campo di battaglia un solo frammento del suo orecchio destro.
Intanto Walt e la sempre più complice Skyler preparano, come fosse un copione da recitare in pieno metodo stanislavskij, la bugia da raccontare a Hank e Marie per giustificare l’acquisto dell’autolavaggio: una miracolosa vincita a carte. “La storia deve essere solida e attirare simpatia ma soprattutto deve essere credibile” spiega Skyler seduta sul divano con il copione in mano. Ma come sempre in Breaking Bad le cose non vanno mai come dovrebbero andare.
A casa di Hank e Marie, infatti, Walt scopre che hanno rinvenuto il diario di laboratorio di Gale e che proprio suo cognato è incaricato di aiutare la polizia nelle indagini. L’ansia di Walt è subito verso Jesse sempre più perso nella droga e in una vita che sembra sfuggirgli continuamente di mano.
Unico confidente per Walt è Saul, in questo episodio un mix tra l’uomo che risolve i problemi e uno psicanalista del crimine, a cui l’ex insegnante di chimica confida con estrema lucidità che l’unico modo per lasciare Gus e il suo lavoro sarà la morte. “Sei in mezzo ad un piccolo torrente di merda” conferma Saul e propone a Walt di scomparire con la sua famiglia e nascondersi per il resto della sua vita. Ma ormai è troppo tardi perché Jesse è nelle mani di Mike e di conseguenza Walt è nelle mani di Gus.
“Bullet Points” è un episodio da manuale con una regia e una sceneggiatura in grado di creare un vortice di tensione in continua crescita. Insomma la quarta stagione di Breaking Bad non perde il mordente. La perla: imperdibile il video di Gale che balla e canta in pieno stile Bollywood “major Tom” di David Bowie.
Scritto da Francesco Neri.
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