Skins 5×01: la recensione
Venerdì 27 gennaio ha debuttato, sul canale britannico E4, la quinta stagione di Skins. La serie, incentrata sulla vita di un gruppo di Teenager di Bristol durante gli ultimi due anni delle superiori, si presenta scandita in generazioni proponendo così, ogni due anni, un cast completamente nuovo. Con questa quinta stagione avremo modo di conoscere la terza generazione. Come di consueto ogni puntata sarà incentrata sulla vita di uno degli studenti: la prima ha visto come protagonista Frankie.
Attenzione: SPOILER!
Frankie si è trasferita da poco a Bristol con i suoi due padri; è scappata da Oxford per motivi che saranno chiari solo in seguito e si prepara ad un nuovo inizio, ma non ne è molto convinta. Frankie è una outsider, una “stramba”: forse sarà perché le piacciono le camice da uomo e i pantaloni alla Charlie Chaplin; oppure sarà colpa delle scarpe di vernice e dei capelli corti tirati col gel, comunque una cosa è certa: Frankie non è una di quelle ragazze che si invitano alle feste.
“Freak…stramboide…frocio-lesbica”: i suoi coetanei non si sprecano in fantasia con gli insulti e il primo giorno di scuola non inizia con i migliori presupposti. Quando, poi, si scontra con Mini, la “reginetta” della scuola, a Frankie sembra di aver raggiunto quel fatidico punto di non ritorno dopo il quale può esistere solo la rassegnazione. Ma cosa succede se all’improvviso è quella stessa “reginetta” a tenderti la mano? Cosa succede se tutto a un tratto ti accorgi di non essere più stramba ma cool? E cosa fai se, di conseguenza, vieni invitata alla festa più attesa della scuola? Facile: scappi!
Scappi, ti nascondi in bagno e arrivi in ritardo alla tua prima lezione di letteratura inglese; ma il compito a casa assegnato dal professore appare come una rivelazione e sembra recitare il titolo onorario di questa prima puntata di Skins: “le scelte definiscono l’identità?”.
Frankie, uscita da scuola, si fa coraggio e decide di aspettare Mini e le sue amiche, Grace e Liv: segue un pomeriggio al centro commerciale con droghe sintetiche assortite e taccheggio finale con fuga. L’obiettivo principale delle ragazze resta, comunque, quello di comprare a Frankie un vestito nuovo per la festa e così sarà, anche se possiamo immaginare che, con in dosso il vestito scelto dalla sua nuova amica, lei non si senta esattamente a suo agio; apprezza invece più volentieri gli ombretti che le regala Liv, forse perché più onesti.
Nonostante le apparenze non siamo di fronte alla solita variazione sul tema del brutto anatroccolo che si trasforma in cigno; Frankie non abbandonerà il suo stile (a dispetto del regalo di Mini) e anche se, il giorno dopo, si presenterà a scuola in una versione diversa di sè, questa versione sarà frutto delle sue scelte. E a niente serviranno le critiche dell’amica perché lei saprà difendersi bene (e così scopriamo anche che Frankie è in grado di ferirla): “ti sembro forse una cazzo di Barbie bulimica?”.
Il tema affrontato, quindi, è più complesso e va oltre le semplici problematiche di integrazione; lo spiegherà chiaramente Frankie durante la lezione di letteratura inglese, quando sarà chiamata a rendicontare sul compito assegnato e a rispondere alla fatidica domanda: “le scelte definiscono l’identita?”
Finito il corso, però, ecco che arriva la punizione di Mini e Frankie si ritrova messa alla berlina davanti tutta la scuola; tornata a casa, però, l’inaspettata visita di Grace le infonde di nuovo coraggio e così decide di andare, nonostante tutto, alla festa, ma, questa volta decide di andarci nei suoi panni.
Skins non si smentisce neanche quest’anno e la quinta stagione si apre con una puntata importante che affronta un tema difficile come quello dell’identità. La volontà di raccontare l’età adolescenziale senza risparmiarsi è sempre stata la caratteristica portante di questa serie che, per farlo nel modo migliore, si è avvalsa, nel corso degli anni, di sceneggiatori giovanissimi che, proprio per la loro età, sono stati in grado di fornire una panoramica completa e obiettiva della vita dei Teenager.
In queste ultime quattro stagioni, così, Skins ha affrontato temi come l’amore, la verginità, l’omosessualità femminile e maschile, l’amicizia, la depressione, l’anoressia e i disturbi mentali; questa prima puntata della quinta ci dimostra che la serie continua a fare scelte coraggiose rivelando anche una certa coerenza rispetto all’obiettivo che si prefigge: infatti, non si può parlare di adolescenti senza parlare anche di costruzione dell’identità. il personaggio di Frankie viene, così, presentato splendidamente come all’inizio di un percorso che non prevede ancora definizioni; si lascia solo intravedere quello che potrà seguire ma, allo stesso tempo, per la sua complessità quello di Frankie è un personaggio che promette anche molto.
Ma le problematiche legate all’ identità personale non sono l’unico tema della puntata; seppur marginalmente infatti vengono presentati anche i padri di Frankie. Non dimentichiamo che gli autori di Skins tendono sempre a contestualizzare i personaggi principali all’interno delle loro famiglie e, così, si può supporre che, nel corso delle prossime due stagioni, la serie affronti anche il tema dell’omogenitorialità, appena accennato in questa puntata.
Per finire un’annotazione sugli altri personaggi della puntata: come sempre accade in Skins la storia, se pur incentrata su uno solo degli studenti, intercetta anche gli altri protagonisti della stagione e, tra tutti, probabilmente, è quello di Mini che assume un ruolo più centrale in questa prima puntata. Anche in questo caso la serie promette sviluppi interessanti: presentandola in maniera quasi contraddittoria sin dall’inizio, Mini non sembra così cattiva come vuol far credere; il personaggio, come nel caso di Frankie, infatti, mostra lati di sè che lasciano intravedere una complessità che è ancora tutta da scoprire.
Scritto da Rossella Carpiniello.
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Finalmente ho ricominciato a vedere Skins. Ho appena visto questa puntata, davvero delicata e commovente. bravi!
Già, pare che almeno facciano di necessità virtù: se non altro dichiarando preventivamente la necessità del ricambio generazionale non faranno l’errore di Beverly Hills e di Saved By The Bell… terribile la seconda generazione in cui erano rimasti solo Screech e il signor Belding!
io la seconda generazione l’ho trovata anche meglio della prima…te la consiglio assolutamente!
…questo espediente delle generazioni comunque è una gran furbata, permette di gestirsi come meglio si crede : )
Ho sentito dire che la versione americana è inguardabile.
@Alice: ti consiglio di riprendere tutta la serie dall’inizio (anche se io stessa non ho visto la “seconda generazione” ma solo la prima).
Comunque tra Skins e Misfits negli ultimi anni gli inglesi sono diventati maestri nella rappresentazione dei problemi adolescenziali 🙂
Se non avessi letto questa bella recensione e guardato il trailer proposto qui non avrei nemmeno preso in considerazione questa serie, la pubblicità che ho captato per caso in TV (credo fosse il trailer della versione americana) mi aveva dato un’impressione completamente diversa… perciò ringrazio e mi preparo ad aggiungere un altra serie alla mia lista in perenne espansione 🙂
Verissimo!
quando l’anno scorso si è chiusa la seconda generazione ho pensato che la serie avesse raggiunto il suo massimo! e invece…: )
Recensione oculata e completa, complimenti. 🙂
A mio avviso questa puntata ha segnato il miglior debutto di generazione e anche quest’anno “Skins” si conferma come il teen drama più profondo del piccolo schermo. Davvero ottimo.