James Arness, volto familiare del grande e del piccolo schermo, è morto a Los Angeles il 3 giugno scorso. Aveva da poco compiuto 88 anni, essendo nato il 26 maggio 1923 a Minneapolis, da padre norvegese e madre tedesca. Suo fratello minore era l’attore Peter Graves, scomparso l’anno scorso all’età di 84 anni.

Alto quasi due metri, muscolatura possente, Arness esordì nel cinema nel 1947 nel ruolo di un immigrato svedese nella commedia La moglie celebre, ma si specializzò presto nel genere western, per lo più come caratterista. Si distinse per la sua fisicità in due classici della fantascienza degli anni Cinquanta, La cosa da un altro mondo (1951), nella parte di un mostro alieno simile a Frankenstein, e Assalto alla Terra (1954), in quella di un agente dell’FBI, ma fu fondamentale, per la sua carriera, l’incontro con John Wayne, che lo volle al suo fianco come spalla in Big Jim McLain (1952), Hondo (1953), L’isola nel cielo (1953) e Gli amanti dei cinque mari (1955), e produsse uno dei suoi pochi film da protagonista, Il vendicatore dell’Arizona (1956).

A renderlo famoso fu però la televisione, dove interpretò per venti stagioni lo sceriffo di Dodge City, Matt Dillon, nella celebre serie western Gunsmoke (1955-75): il personaggio, ricalcato su quelli di Wayne, ebbe un tale successo che, alla chiusura, Arness fu scelto per interpretare il capofamiglia Zeb Macahan in un’altra serie western, Alla conquista del West (1976-79), e, poco dopo, il detective Jim McClain nella serie poliziesca McClain’s Law (1981-82).

Ormai abbandonato il cinema, fu protagonista di un paio di remake televisivi di film del suo mentore, The Alamo: Thirteen Days To Glory (1987) e Red River (1988), dopodiché tornò a vestire i panni di Matt Dillon in alcuni episodi speciali di Gunsmoke, fino al 1994, anno del suo ritiro.

Ora che il vecchio gigante è morto in silenzio, Dodge City piange il suo sceriffo.

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