Deciso a dimostrare al figlio adolescente (e a sé stesso) di non essere un fallito, Andy (Jeff BridgesIl grande Lebowski, Crazy Heart), divorziato di mezza età senza un impiego stabile, si lancia nella singolare impresa di realizzare un film porno con l’aiuto degli amici Barney (Tim Blake Nelson – Fratello, dove sei?), Moose (Ted Danson – Tre scapoli e un bebè), Otis (William Fichtner – Insoliti criminali) e Idiota (Joe Pantoliano – Matrix), coinvolgendo via via nel progetto l’intera cittadinanza del paese. Le cose non andranno come previsto, ma per la sgangherata compagnia di cineasti la fatica e l’impegno daranno comunque i loro frutti.

Bloccato per anni da una distribuzione penosa (realizzato nel 2005, uscì nelle sale l’anno successivo, in poche copie, solo in Gran Bretagna, per poi essere distribuito nel resto d’Europa, direttamente in DVD, alla fine del 2010), La banda del porno è un piccolo e garbato film indipendente, sicuramente degno di maggiore fortuna.

Nonostante lo stupido e banalizzante titolo italiano, che sostituisce il più significativo The Amateurs, è quanto di più lontano si possa immaginare dai film incentrati sul cinema a luci rosse come coacervo di vizi e dannazione (dal fiammeggiante Boogie Nights di Paul Thomas Anderson all’imminente Inferno: A Linda Lovelace Story con Malin Akerman); al contrario, ogni mito e stereotipo del mondo porno, dall’attricetta disposta a tutto alla vecchia professionista dal fisico sfatto, dalle lesbiche voluttuose ai macho afroamericani veri e presunti, è demistificato con grazia ed ironia, senza alcuna volgarità, anche per quanto riguarda le scene di sesso.

The Amateurs è, soprattutto, la storia di una piccola e sonnolenta città dell’America profonda e dei suoi abitanti, tutti più o meno perdenti o comunque insoddisfatti, ma uniti da un sogno tanto grottesco quanto sincero, per il quale sono disposti a mettere in gioco la propria tranquilla e banale esistenza: un sogno non tanto di fama e di ricchezza, quanto di realizzazione professionale ed umana.

Gran parte del merito della riuscita del film è da attribuire ad una sceneggiatura molto convincente dello stesso regista Michael Traeger, che scava con sensibilità nei vari personaggi, dando vita a caratterizzazioni realistiche e credibili. Questo, senza rinunciare a gag molto divertenti, come quella del falso stallone e presunto gay Moose, messo alle strette al momento di girare una scena di sesso, o quella dello squinternato Otis che enuncia la sua teoria sulle motivazioni per cui una ragazza lavora in un negozio di materassi. Molto tenere, invece, la sequenza in cui Andy tenta di reclutare per il suo film la dolce barista Peggy (Lauren GrahamUna mamma per amica), e quelle del corteggiamento del cinico Barney nei confronti dell’inacidita zitella Helen (Glenne Headly – Goodbye Mr. Holland).

Il cast è, come d’obbligo in una commedia, ottimo e misurato. Non ci sono eccessi grotteschi nella recitazione, tutti interpretano i rispettivi personaggi con lo spirito giusto: da Jeff Bridges, la cui presenza in un film, negli ultimi anni, è sinonimo di qualità, a Lauren Graham (che sarebbe bello vedere più spesso al cinema), da Ted Danson (grandissimo nell’ironizzare sulla sua immagine di macho anni Ottanta) a Tim Blake Nelson, da William Fichtner a Joe Pantoliano, finalmente fuori dai loro cliché di cattivi, ognuno contribuisce alla creazione di un microcosmo pittoresco quanto gradevole, e data la materia trattata, il risultato è da considerarsi più che buono.

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