Nymphomaniac – Volume 1: la recensione
Lo abbiamo aspettato per mesi, mentre l’hype cresceva e le recensioni dagli States si diffondevano virali: finalmente è arrivato nelle nostre sale Nymphomaniac – Volume 1, l’attesissimo primo capitolo della nuova fatica di Lars Von Trier.
Il regista danese precetta ancora una volta la spigolosa Charlotte Gainsbourg calandola nei panni di Joe, la ninfomane del titolo. In una lunga serie di flashback, la Gainsbourg ripercorre le tappe fondamentali della passione di Joe raccontandosi al pubblico e alla controparte Seligman (Stellan Skarsgård). Assistiamo così all’educazione sentimental-sessuale della giovane ninfa Joe, interpretata da Stacy Martin nelle scene della sua vita passata.
Come ci si poteva aspettare dal regista, la storia di Joe è un romanzo di formazione erotico, nel quale l’eccitazione lascia spesso e volentieri posto al grottesco e all’ironia. L’erotismo stesso si propone pretestuoso, con buona pace degli spettatori adolescenti richiamati in sala dal battage pubblicitario che contrabbanda il film come una specie di porno d’autore.
Nymphomaniac – Volume 1 è uno dei film meno rarefatti di Von Trier, in questo caso lontano dalla narrazione dilatata e simbolista di sue creature come Melancholia e Antichrist. Pur ponendo come sempre la propria eroina in situazioni esasperate, Von Trier calca la mano sugli spunti ironici generati dall’assurdità di alcune circostanze (esemplare la scena con Uma Thurman). Ma non per questo si fa mancare il tormento e il disagio, promessi anzi in dosi più abbondanti nella seconda parte dell’opera.
Dalle nevrosi erotiche della protagonista Von Trier riesce a mantenere un distacco cinico ma mai impietoso. La sofferente Joe sostiene di essere un’atea che si reputa peccatrice, e che fa suoi gli aspetti più opprimenti del pensiero cristiano, escludendo perdono e amore. Vive in un mondo dove l’amore non deve esistere, ed è quasi una “terrorista del sesso”; la sua ossessiva ricerca del piacere non è il supplizio della ninfomane, ma un gesto eversivo contro la società borghese.
Parabola di piacere e di dolore a tratti furbetta, Nymphomaniac – Volume 1 non vuole davvero sconvolgere lo spettatore, quanto piuttosto incuriosirlo. La divisione in due parti richiama la serialità, soprattutto televisiva, con tanto di cliffhanger finale e anticipazioni sulla seconda puntata in chiusura. Il film è costellato da interventi grafici, non sempre felici, e sembra aver ribaltato ogni singolo dettame dell’austerità di Dogma 95 fin dall’incipit che lancia i Rammstein a tutto volume.
Prodotto nel 2013 da Zentropa, il film viene distribuito in tutto il mondo diviso in due “puntate” (Volume 1 e Volume 2), abbreviate di circa un’ora rispetto al director’s cut. La versione edulcorata ha perso lungo la strada la maggior parte dei dettagli genitali e svariate scene, raggiungendo così un minutaggio più accattivante per il grande pubblico. La versione integrale curata da Von Trier dovrebbe uscire entro l’anno, per una durata di 5 ore complessive. Soddisfatti da questo primo assaggio, al momento ci accontentiamo di aspettare il Volume 2, presto in sala anche in Italia.
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Alice C. | Edoardo P. | Giacomo B. | Thomas M. | ||
7 | 8 | 9 | 8 |
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