Non suonarla più, Sam: l’Oscar per la migliore canzone oggi
C’erano una volta brani cantati in punta di piedi da un etereo Fred Astaire, temi western che rimanevano scolpiti nella memoria, melodie nate dall’ingegno dei più grandi compositori contemporanei. C’è stata poi l’energica spavalderia anni ’80, la svolta pop di Flashdance, di Fame, di Rocky, le colonne sonore elettroniche alla Carpenter. Arrivarono gli anni ’90 e con loro i Jon Bon Jovi, i Bryan Adams, le Whitney Houston e le Mariah Carey. Si consolidò l’abitudine di dedicare un paio di nominations alle canzoni-lagna della pellicola d’animazione di turno.
E così venne il 1998. Titanic vinse 11 premi Oscar tra cui quello per la migliore canzone originale, My heart will go on. Celine Dion apparve sul palco tra il fumo e un dolce zufolare, con pataccone dell’Oceano al collo. Tutti ebbero la certezza che si fosse toccato il fondo. Eppure in quell’anno una bambina prodigio in Florida firmava il suo primo contratto discografico: il mondo stava per assistere al debutto di Mandy Moore.
E proprio con Mandy Moore apriamo questa rassegna delle nominations all’Oscar per il migliore brano originale (termine quanto meno inopportuno). In coppia con Zachary Levi la giovane Mandy interpreta il brano I see the light, composto da Alan Menken per il film d’animazione Rapunzel. La sensazione di déjà entendu viene forse dal fatto che Menken ha composto gran parte delle musiche dei film Disney da La sirenetta in poi? E’ un indizio da considerare.
A contendersi la statuetta si aggiunge If I rise, interpretata, per 127 hours di Danny Boyle, da A.R. Rahman e Dido, cantante britannica con notevoli precedenti nella scrittura di musiche per il cinema. Wikipedia infatti sottolinea come sia suo il testo di I’m not a girl not yet a woman cantata da Britney Spears in Crossroads. Nel pezzo in corsa per gli Oscar il duo usa una ricetta infallibile: suggestioni generiche di world music più coro di voci infantili che fa molto USA for Africa.
Ma negli autarchici Stati Uniti il country batte la world music 3-0. L’ennesimo film con i cantanti in declino che ritrovano la via, Country Strong di Shana Feste, si conclude con la performance di Gwyneth Paltrow sulle note di Coming Home. Hank Williams è morto, Bill Monroe è morto e ora anche Dolly Parton si sente poco bene.
Non resta che appellarsi a lui. A Randy, geniale cantautore prima, intelligente compositore di colonne sonore dagli anni’70 in poi. Randy Newman, che vanta 15 nominations all’Oscar, è anche quest’anno in lizza con We belong together dalla colonna sonora di Toy Story 3. Fantastico il film, irresistibili, come sempre, le musiche.
Che il sorriso di Randy brilli quest’anno alla Notte degli Oscar, per la seconda, sudata, volta, come brilla la sua stella sulla Walk of Fame.
Scritto da Barbara Nazzari.
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