Nel parlare di X-Men – L’inizio, interpretato dagli ottimi James McAvoy (Charles Xavier) e Michael Fassbender (Erik Lehnsherr, meglio noto come Magneto), bisogna prima di tutto dare atto al regista Matthew Vaughn (già autore del qui apprezzatissimo Kick Ass) di aver avuto la volontà di affrontare un franchise che, pur avendo conservato un buon successo commerciale, nelle sue ultime due incarnazioni (X-Men: The Last Stand e soprattutto X-Men Origins: Wolverine) si era rivelato una sorta di confusa e ingarbugliata sciacquatura di piatti, soprattutto se confrontato con quello che Christopher Nolan stava nello stesso periodo imbastendo con Batman, e Jon Favreau con Iron Man.

Lasciando da parte la nerdosissima quanto noiosa e inutile diatriba su se e come il film si possa inserire nella continuity precedente, e sul fatto che lo si possa definire un prequel, un reboot o addirittura un preboot, X-Men – L’inizio presenta la storia dell’incontro fra Charles Xavier e Magneto, la loro prima collaborazione nello scoprire e riunire altri mutanti, e il loro scontro con Sebastian Shaw (un sempre buono, pur se in alcuni tratti troppo manieristico, Kevin Bacon), un altro mutante che sta cercando di rovesciare le sorti del pianeta.

X-Men – First Class è un film solido, diretto con piglio sicuro e occasionalmente inventivo, che ha anche l’accortezza di farsi gustare a diversi livelli senza risultare pesante o fuori corda: gli appassionati dei fumetti, infatti, avranno di che divertirsi nel cogliere le diverse citazioni sparse qua e là nel corso di tutta la pellicola (a partire da Beast appeso a testa in giù che, in una inquadratura speculare all’originaria, letteralmente scimmiotta il primo Spiderman di Sam Raimi). L’opera di Vaughn, però, è soprattutto abile nell’intercettare alcune tendenze pop contemporanee, e a riversarle in maniera soddisfacente in una ambientazione storica (la crisi dei missili di Cuba) che, pur essendo impiegata come puro pretesto narrativo, ha la capacità di dare un preciso tono grafico e visivo alla storia. La bromance fra Xavier e Magneto, gli split-screen, l’uso della colonna sonora, tutta una serie di ammiccamenti inter-filmici che non si limitano solo al mondo dei fumetti, rendono il film un minestrone molto gustoso, un esempio di intrattenimento ben svolto, ben raccontato e abbastanza ben confezionato (ogni tanto la computer grafica presenta qualche stonatura), e che ricompensa l’attenzione che lo spettatore decida eventualmente di dedicargli.

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Chiara C.Davide V.
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