Andato in onda per due stagioni tra il 1990 e il 1991 (e trasmesso in Italia da Canale 5), Twin Peaks di David Lynch e Mark Frost è la madre di tutte le serie TV. I trentenni di oggi ricordano con un brivido il suo tema musicale, sul quale la voce dello speaker domandava: “Chi ha ucciso Laura Palmer?” nella pubblicità televisiva. Il cadavere di Laura, morta e gocciolante dentro a un sacco di plastica, fa parte dell’immaginario collettivo da quasi 25 anni. Con esso, la Loggia Nera e i suoi tendaggi rossi, con nani danzanti e pavimenti a zigzag.

Dale Cooper (Kyle McLachlan), archetipo del detective dell’irrazionale (indagatore dell’incubo?), approda a Twin Peaks per indagare l’omicidio della giovane Laura (Sheryl Lee). Il paese è così tranquillo da essere straordinario. I suoi luoghi sono quelli di un’America che sogna se stessa attraverso stereotipi anni ’50 e la potenza dei paesaggi naturali. Ma la sua rappresentazione è violentata dall’entità malefica Bob, antagonista di Cooper e come lui intruso nell’idillio apparente di Twin Peaks.

Il genio di David Lynch colpisce il pubblico quando meno se l’aspetta con la manifestazione di un’alterità terrificante, i cui lampi di puro orrore si inseriscono nell’insolito crossover tra soap opera e thriller sovrannaturale. L’agente speciale Dale Cooper catalizza questi orrori grazie alle proprie visioni, che lo guidano al di fuori della razionalità occidentale a dipanare un mistero incomprensibile. Perennemente in contatto con un mondo altro, il personaggio di Cooper apre la strada a una realtà il cui tessuto è interrotto da interferenze insondabili, che ritroveremo in serie come X-Files e Lost.

Twin Peaks gioca con ripetizioni ossessive: le immagini che caratterizzano il luogo (semafori dondolanti, boschi oscuri), ma anche la presenza continua dei temi musicali partoriti da Angelo Badalamenti, ridondanti fino all’angoscia. Laura Palmer diventa la donna che visse due volte: ripete se stessa nel personaggio della cugina Maddie, interpretata da Sheryl Lee, novella Kim Novak munita di parruccone bruno.

Twin Peaks anticipa l’odierna Golden Age of Television, gettandone le basi. È una serie d’autore, capace di approfittare di una gran quantità di generi televisivi, oltre ai già citati thriller-horror e soap. Porta avanti trame da teen drama e atmosfere noir con criminali di frontiera e perversioni da bordello; mette in scena il dramma degli abusi nel triangolo Shelley-Leo-Bobby, il romanticismo dell’assurdo per Ed e Nadine e la bromance tra lo sceriffo Harry e Dale. La commedia serpeggia lungo l’asse narrativo di Twin Peaks, costellandolo con i suoi rassicuranti oggetti feticcio (le tazze di caffè, le ciambelle, la torta) e con un umorismo paradossale; ma è il grottesco la vera dimensione che fa coesistere le sue istanze nel caleidoscopio surrealista che è marchio di fabbrica di Lynch.

La serie tornerà per una terza stagione nel 2017, nuovamente firmata da David Lynch e Mark Frost. Sarà una sfida durissima, ma Lynch può riuscire anche in questo.

Sara M.Chiara C.Giusy P.Sara S.
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