Ted, il nuovo alter ego di Seth MacFarlane. Copio e incollo la sinossi dal sito ufficiale: la commedia racconta la storia di John Bennett (Mark Wahlberg), un uomo che ha a che fare con il suo amato orsetto rianimatosi, dopo un desiderio espresso da bambino… e che da allora rifiuta di abbandonarlo.

Seth MacFarlane, l’adorabile cialtrone a cui dobbiamo QUESTO, autore dei cult animati Family Guy, American Dad e The Cleveland Show, non ha mai risparmiato nessuno: dalle personalità dello spettacolo a quelle politiche, i suoi personaggi dispensano cattiverie e stupidità per tutti. Gli show di MacFarlane, un mix di umorismo popolare e citazioni colte, sono infatti tra le raffigurazioni più dissacranti della società statunitense. Per esordire al cinema, il nuovo golden boy hollywoodiano ha scelto un orsacchiotto sboccato e vizioso: dimenticate riletture sociologiche e satira politica, in Ted è solo la risata nonsense a farla da padrona.

Se il vostro nome in codice è MOIGE, sarà forse anche troppo facile bollare Ted come l’orsacchiotto del demonio: un giocattolo amorale da rinchiudere in soffitta. Ted è un film cazzone, niente di più. Questo, però, non è per forza un’accezione negativa. Se, infatti, siete nati tra gli anni ’70 e ’80, oltremodo fico è l’unico aggettivo possibile. Seth MacFarlane, classe 1973, fa breccia nel debole cuore dei nerd e riporta sullo schermo miti e vecchie glorie dell’adolescenza (Star Wars, Terminator, Top Gun, Cin Cin, Indiana Jones, con echi del playboy beone Howard il papero). Ma nella mitologia del regista occupa un posto di riguardo Flash Gordon, definito dai protagonisti “tanto brutto, eppure tremendamente bello“, con un autoironico e riuscitissimo cameo di Sam Jones. Ted, infatti, non è la storia di un eterno Peter Pan (lettura presente più volte nel film; per fortuna, senza morale. E non è poco.), ma un invito a non dimenticare la giovinezza. Poi, sì, anche qui MacFarlane non risparmia nessuno (Dio; ebrei; 11 settembre; gay; italiani; truzze; attori cani; etc., etc.), ma, attenzione, non si ride di loro, ma di battute e situazioni oggettivamente molto stupide.

Un cast azzeccatissimo: il bravo Mark Wahlberg, la ritrovata Mila Kunis (Meg in Family Guy, alla quale si aggiungo i i camei di Alex Borstein e altri colleghi), Joel McHale di Community (qui viscido coglione), i camei autoironici di Sam Jones, Norah Jones, Ryan Reynolds e Ted Danson, fino al peluche Ted (doppiato da Peter Griffin – Seth MacFarlane/Mino Caprio).

Qual è allora il miglior modo per approcciarsi alla visione del film? La stessa dei protagonisti davanti a Flash Gordon e gli extra di Cin Cin: tra amici, spaparanzati sul divano, tra birre, popcorn e fame chimica. E per gli amanti della morale, il messaggio di cui fare tesoro è questo: la Bibbia è un’arma perfetta per le zuffe tra amici; Sam Jones è la prova che il termine recitazione ha un significato molto ampio; Superman Returns è una boiata pazzesca; il Natale è un pretesto per picchiare i bambini ebrei; e soprattutto… per quanto tu possa fare colpo in questo mondo, che tu sia una star televisiva, un enfant prodige, Justin Bieber o un orsacchiotto parlante, in fondo, a nessuno gliene frega un cazzo. Chapeau.

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Chiara C.Davide V.Giusy P. Leonardo L.
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