Chronicle: la recensione
Chronicle è il found footage di 3 teenager con superpoteri. The Blair Witch Project ha stabilito le regole di genere: la videocamera è l’occhio dei protagonisti; le riprese sono in soggettiva; misterioso viral marketing; ambientazione reale; soprannaturale; low budget; incassi milionari. E quando il denaro si muove, Hollywood prolifica: Paranolmal Activity, Quarantine (Rec), L’altra faccia del diavolo e Cloverfiled, i più famosi. Ossequioso delle leggi, arriva in sala il documentario fake di Josh Trank, presentato in anteprima al Future film Festival.
Andrew, Matt e Steve acquisiscono misteriosamente dei poteri telecinetici e una videocamera documenta ogni istante della loro incredibile transizione, da ragazzi comuni a superuomini. Chronicle propone un’interessante variazione sul tema del found footage (generalmente di stampo orrorifico) per raccontare una storia di supereroi, pensata per catturare l’attenzione dei giovani nerd cresciuti a comicbook. La sindrome di Peter Parker viene infatti completamente appagata: i tre protagonisti volano, muovono automobili, piegano forchette e, perché no, si servono della telecinesi per guadagnare popolarità al liceo.
A Trank non interessa raccontare una storia di eroi, ma le cronache reali di tre teenager alle prese con il potere. Andrew, infatti, continuamente vessato dai compagni e aggredito da un padre alcolizzato, incarnerà presto l’antieroe, vittima delle debolezze e soggiogato dal potere. L’impeto distruttivo del protagonista viene documentato con un’efficace brutalità minimalista (la distruzione dell’insetto, la ribellione contro il padre, la freddezza con cui Andrew sfoggia i denti-trofeo estirpati ad un compagno di scuola) e attraverso una regia più virtuosa rispetto ai precedenti found footage. Il superpotere, infatti, permette al regista una libertà di movimento più ampia (angoli di ripresa dall’alto e piani sequenza possibili solo con la telecinesi), senza dover ricorrere all’espediente della camera in spalla.
Non tutto funziona come dovrebbe. Nonostante la volontà di raccontare il lato oscuro dell’essere umano, il film non va mai al di là della sterile caratterizzazione da teen drama (il nerd timido e schivo, il belloccio virtuoso, il più popolare della scuola), compresi i soliti cliché di genere. Inoltre, Josh Trank non si limita solo a manovrare la videocamera di Andrew, ma si serve anche di mezzi esterni per documentare gli eventi (la telecamera della ragazza di Matt, i dispositivi dell’ospedale, i video militari e altri attacchi di comodo), perdendo così la dimensione privata e l’empatia con il pubblico. Trank preferisce infatti una conclusione da disaster movie (palazzi distrutti, esplosioni, elicotteri pronti a far fuoco) senza aggiungere altro. E tra pregi e difetti, il quid di Chronicle rimane solo nelle intenzioni del regista.
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