Ed eccoci giunti alla seconda puntata di questa quarta stagione di True Blood, You Smell Like Dinner, che conferma quella frammentarietà già notata nella premiere: le story line continuano il loro percorso senza troppi scossoni e, pur riuscendo a segnalare qua e là alcune, possibili, svolte narrative, non concedono agli spettatori più di tanto. Che sia stata messa troppa carne a fuoco? Probabilmente è ancora presto per dirlo. Nonostante tutto, questa seconda puntata presenta alcuni eventi a loro modo rilevanti, sicuramente ancora in germe, ma comunque da annotare in vista dei futuri sviluppi.

A cominciare dalla novità di stagione: la congrega di streghe e stregoni che si è affacciata sulla scena di Bon Temps sicuramente in modo modesto, ma che si sta già rivelando abbastanza pericolosa da mettere in allarme Bill Compton (Your Majesty) e gli altri vampiri…perché quando si parla di necromanzia non si scherza! La guida spirituale del gruppo, Marnie, personaggio ancora poco approfondito, e finora di per sé poco interessante, ha mostrato un secondo volto nel corso di questa puntata che potrebbe, in futuro, regalare delle sorprese. Poco convincente, invece, Lafayette che, speriamo, diventi presto uno stregone più consapevole.

Jason Stackhouse, invece, lo ritroviamo ad inizio puntata legato e imbavagliato, per iniziativa della sua ragazza Crystal, pantera mannara “fissata” col concetto di stirpe e pronta a tutto pur di trasmettere i propri geni, che, non riuscendo ad avere un figlio con l’ex, ha pensato bene di trasformare il ragazzo contro la sua volontà. Nonostante il colpo di scena, continuo a trovare questa story line poco appassionante: forse memore di quel Jason adepto della Compagnia del Sole, mi sarei aspettata di più da lui. O forse c’è solo da attendere e vedere come si evolveranno i fatti.

Contemporaneamente vengono portati alla luce ulteriori particolari sull’ascesa al trono di Bill, stratagemma politico orchestrato con la complicità della leader del partito dei vampiri che, scopriamo, essere in combutta col protagonista dai lontani anni ottanta. Ed è forse proprio il flash back che  ci informa del loro primo incontro, il momento più bello della puntata: gli anni ottanta, la sub-cultura punk (ovviamente) e un inaspettato Bill con tanto di cresta e chiodo che, dobbiamo ammetterlo, si dimostra perfettamente in parte.

Sicuramente è il colpo di scena finale, però, a dare una convincente sterzata alla puntata che sembra così riacquistare verve: vittima di una maledizione lanciata dall’inquietante (?) Marnie, Erick è stato completamente svuotato dei suoi ricordi; ormai perso, vaga senza meta per le strade di Bon Temps quando viene intercettato da Sookie. La puntata finisce qui, ma tutto lascia intuire che potrebbe aprirsi una nuova stagione nel rapporto tra il vampiro e la fata.

Scritto da Rossella Carpiniello.

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