Il giovane Sam Witwicky ha contribuito a salvare il mondo da un’invasione aliena, ma non riesce a trovare lavoro e si fa mantenere dalla nuova fidanzata Carly. Nel frattempo, gli extraterrestri buoni Autobot scoprono che un loro compagno è sopravvissuto e si trova sulla Luna, ma i cattivi Decepticon tramano nell’ombra.

Terzo capitolo della fortunata saga tratta dai giocattoli prodotti dalla Hasbro, Transformers 3 riprende tutte le caratteristiche del primo film, ovvero quel connubio fra una comicità ultra-demenziale e mirabolanti effetti speciali digitali che era venuto meno nel secondo, e restituisce al protagonista umano Sam (uno Shia LaBeouf molto più a suo agio qui che nel ruolo dell’azzimato broker in Wall Street) la sua originale dimensione di antieroe pasticcione, alle prese con difficoltà economiche e una famiglia sempre più demente, ma fortunato con le donne (anche se la supersexy Megan Fox, eliminata dal progetto per un contrasto con il regista, è qui sostituita dalla più insulsa Rosie Huntington-Whiteley).

La partenza, ad ogni modo, è piuttosto originale: nella recente tradizione inaugurata con Watchmen e proseguita con X-Men – L’inizio, si riscrive un pezzo di storia americana, in questo caso legando lo sbarco sulla Luna alla presenza di Autobot e Decepticon, con un montaggio che comprende immagini di repertorio di Kennedy e Nixon. E’ forse la sequenza più interessante di questo film, che può essere diviso idealmente in due parti: a una prima prettamente narrativa, con la presentazione dei personaggi e della loro nuova situazione, ne segue una seconda di pura azione, tutta combattimenti ed esplosioni, la cui lunghezza risulta a dir poco eccessiva rispetto al resto.

Non che ci si aspetti qualcosa di tanto diverso da uno specialista del blockbuster come Michael Bay, ma si ha l’impressione che a quest’ultimo manchi completamente il senso della misura, che voglia a ogni costo stupire lo spettatore con sequenze al di là dell’inverosimile, e che finisca col perdere di vista lo spessore narrativo della vicenda, troppo squilibrata nel dosaggio di ingredienti concettualmente azzeccati. I robot sono visivamente ricchi, quanto confusi e caratterialmente poco definiti, soprattutto il nuovo arrivato Sentinel Prime, e risulta molto difficile distinguerli gli uni dagli altri, specialmente nelle scene di battaglia; la tecnologia 3D, il cui utilizzo è abbastanza buono, contribuisce a creare questo senso di saturazione e di stanchezza.

Ecco perché, più che nei Transformers stessi, è facile immedesimarsi nei personaggi umani, grazie anche a un cast molto sopra le righe, in cui spiccano un odioso Patrick Dempsey come viscido capo di Carly e le piccole apparizioni grottesche di John Malkovich, Frances McDormand e di un John Turturro sempre più gigione.

A dimostrazione del grande successo di cui questo genere di film gode comunque anche da noi, è interessante sapere che la sua uscita, nelle sale italiane, è avvenuta il 29 giugno, due giorni prima che in patria.

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