Robot & Frank: la recensione
Pianeta Terra, futuro prossimo. Frank, un tempo ladro dalle dubbie capacità, è ora anziano, vieppiù e con qualche accenno di Alzheimer. Fiaccato più nel fisico che nello spirito, Frank non smette di ordire diabolici piani ladreschi, cercando di sfruttare tutte le opportunità che gli si prospettano… prima fra tutte, la comparsa nella sua vita – un regalo del figlio spesso lontano, comprensibilmente in apprensione per lo stato di salute e la condotta del padre – di un robot domestico, programmato per l’amministrazione della casa (oltre che dello stesso Frank) ma presto riconvertito a complice dei furti.
Si è dalle parti della commedia agrodolce sentimentale, tra l’Alexander Payne di A proposito di Schmidt e l’ottimismo tecnologico (con riserva) à la Corto circuito. Ancor di più, per descrivere Robot & Frank è sufficiente usare l’ormai consolidata espressione “film-Sundance”, con tutto ciò che questa ormai implica: la confezione pulita e professionale, il cast preso al reparto dell’usato sicuro (Frank Langella, Susan Sarandon, Liv Tyler…), la colonna sonora (Frances and the Lights) onnipresente e pastellosa e quella vaga bonomia di fondo che si cerca di far passare per, a seconda dei casi, disillusione, ironia, cinismo, disincanto.
Sotto questa patina, Robot & Frank si rivela un film ben pensato e modestamente realizzato, blandamente gradevole ma privo di una vera e propria energia registica. Per le trasgressioni, le provocazioni o le inquietudini, meglio rivolgersi altrove.
Scritto da Giacomo Ferigioni.
Giacomo F. | Edoardo P. | ||
5 | 6 1/2 |
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