star wars maketing guerre stellari

Saremo i primi a vedere Guerre Stellari – Il risveglio della Forza, con ben due giorni di anticipo sull’uscita mondiale. Torna X-Files con una nuova stagione. Torna Twin Peaks con una nuova stagione, anche se David Lynch ha dato forfait per mancanza di un budget secondo lui adeguato. Cattleya e Atlantique produrranno l’adattamento seriale di Django e Suspiria, mentre su Sky impazzano le avventure di Di Pietro e compagni nel 1992 nate #daunideadistefanoaccorsi, l’hashtag più divertente del momento (e la serie più brutta tra quelle da cui ci aspettavamo tanto). Un rigurgito di nineties and before che dà l’impressione di essere scientificamente studiato.

Il passato è sempre più presente, dai biopic storici alle ambientazioni di svariate serie tv (Mad Men, Halt and Catch Fire, Better Call Saul), come se avessimo bisogno di capire chi siamo diventati e perché. O, come i più cinici diranno, per usare l’effetto nostalgia di fandom mai domi, a fini meramente economici. Ma facendo finta che i produttori non esistano, quello che colpisce è la continua proliferazione del “recupero”, avvenuto spesso anche in passato (i 60 negli 80), ma mai così cospicua e scientifica.

Quando a scuola studiavo letteratura, mi chiedevo se un Leopardi sapesse di essere un “romantico” o se certe categorizzazioni fossero state create successivamente. Oggi mi chiedo se questi continui tuffi nel passato siano l’effetto di un movimento artistico che nasce dalle ispirazioni di scrittori, sceneggiatori, registi e musicisti. I più cinici continueranno a indicare il marketing di produzioni, case editrici, case discografiche. Ma non è forse vero che anche il mecenate di una volta spingeva i propri artisti a produrre opere “commerciali”? Qualunque sia il motivo, quando l’ispirazione è autentica, anche il sequel del prequel di un filmetto può diventare un capolavoro.

Dovremmo imparare da Mad Men, per esempio, che ha saputo raccontare, meglio di molti altri, chi eravamo e cosa siamo diventati, spiegandoci la nostra evoluzione attraverso l’uso di marchi, tecniche pubblicitarie e la conseguente modificazione del costume. Perché il marketing è una delle ispirazioni (e degli strumenti) della contemporaneità, e anche l’artista più superiore non potrà prescinderne per farsi conoscere. Traduzione: non è il cosa fai, ma è il come lo fai.

E allora non ci sorprende che il nuovo Star Wars esca da noi con due giorni di anticipo solo perché è slittata la data di uscita di Checco Zalone (d’altronde da noi funziona meglio lui che la fantascienza), così come non lo giudicheremo in anticipo come mera operazione di marketing, alla stregua dei nuovi X-Files e Twin Peaks. Perchè il nostro presente potrebbe essersi anche (di)spiegato verso sud, in una galassia lontana lontana. E i gufi non sono quello che sembrano.

Scritto da Sara Sagrati.