Game of Thrones 2×09 – 2×10: la recensione
Game of Thrones chiude i battenti anche per la seconda stagione, e regala un finale decisamente travolgente, che promette di incollare i fan allo schermo. Le due puntate che chiudono la stagione sono, infatti, ricche di eventi e, soprattutto, di colpi di scena, tanto da richiedere quindici minuti aggiuntivi. Messi da parte provvisoriamente i giochi di potere e gli intricati inganni, la serie si concentra dapprima sui fatti che si svolgono ad Approdo del Re, e che vedono protagonista il primo vero scontro armato della stagione (2×09), e successivamente porta avanti le micro-trame dei diversi personaggi (2×10), che avevamo lasciato in sospeso dagli episodi precedenti.
L’assedio di Approdo del Re è ormai inevitabile. L’astuta trappola che il Folletto ha preparato per la flotta di Stannis Baratheon scatta alla perfezione, trasformando le Acque Nere in una incendio verde, ma non impedendo all’usurpatore di mettere piede sulla terraferma ed ingaggiare battaglia. Il re-ragazzino Joffrey corre a ripararsi dietro la sottana della mamma e fra le truppe comincia a serpeggiare il dubbio. Non aiuta neanche la diserzione del possente Clegane: il Mastino, infatti, spaventato dal fuoco che sembra piovere da ogni parte, manda letteralmente a quel paese il re, e fugge dal campo di battaglia. Non senza difficoltà, Tyrion Lannister dimostra che mezzo uomo vale più di molti altri, e, alla testa delle truppe reali, cerca di spezzare l’assedio nemico con una micidiale sortita. Nonostante la sua buona volontà, il piccolo uomo sembra avere nemici da ogni parte, e solo un tempestivo intervento del suo scudiero, Podrick, lo salva dall’attacco di un traditore, che riesce comunque a ferirlo gravemente al volto. Le sorti sembrano segnate per la casa Lannister, ma è il vecchio leone Tywin a rovesciarle, piombando con la sua cavalleria sulle incredule truppe di Stannis, e mettendole in rotta. Fra le mura del forte, intanto, si consumano gli accesi battibecchi fra l’ebbra regina Cersei e la sempre più spaventata Sansa. Nelle sue stanze, la giovane incontra il Mastino: nascostosi nel castello, il gigantesco guerriero propone alla giovane di fuggire verso il Nord, e di ricondurla a Grande Inverno.
La vittoria alla baia delle Acque Nere è festeggiata in tutta Approdo del Re e a corte si distribuiscono onori e premi. Il re nomina il nonno Tywin Primo Cavaliere e salvatore della città, mentre per il subdolo Ditocorto ci sono ricchezze e la fortezza di Harrenhall. Loras Tyrell, nuovo alleato della corona ma precedente nemico al fianco di Renly Baratheon, cerca di rimanere a galla offrendo la mano della sorella Margaery a Joffrey. Nonostante l’odioso rampollo di casa Lannister fosse già promesso, pare che il tradimento della famiglia Stark sia sufficiente a rompere il fidanzamento, lasciando il ragazzo libero di unirsi alla giovane Tyrell. La notizia coglie Sansa di sorpresa, ma la gioia momentanea viene subito frenata dalla sagge parole di Ditocorto. Intanto, in una buia e piccola stanza della Fortezza Rossa, giace, dimenticato da tutti, il vero eroe delle Acque Nere: Tyrion Lannister, nonostante gli sforzi, ha perso qualsiasi sicurezza avesse acquisito. Destituito Bronn, congedati i barbari delle montagne, perso il titolo di Primo Cavaliere, al piccolo uomo non restano che le poche parole di Lord Varys, una cicatrice orrenda e l’amore della sua Shae, mentre i timori e le ombre si addensano intorno a lui.
Nel frattempo, alla Roccia del Drago, l’ira di Stannis è incontenibile. Solo la sacerdotessa rossa Melisandre riesce, dopo molte parole, a calmarlo, mostrandogli in una fiamma il potere del Signore della Luce.
Ad Ovest continuano gli screzi fra Robb Stark e sua madre. Il giovane lupo vuole a tutti i costi rompere il suo giuramento e sposare la guaritrice Talisa. Riesce nel suo intento nonostante gli avvertimenti di Lady Catelyn, sempre più preoccupata per le sorti dei figli. Poco lontano, la fuga di Brienne con il prigioniero Jaime Lannister viene momentaneamente rallentata. I due incontrano, infatti, un gruppo di rissosi uomini del Nord che, sottovalutata la forza della donna guerriero, ne pagano le conseguenze.
A Grande Inverno, intanto, il momento di gloria di Theon Greyjoy si avvicina all’epilogo. In un disperato tentativo, il giovane cerca di rinfrancare i suoi uomini, proponendo loro una morte onorevole sul campo di battaglia. Gli uomini di ferro si dimostrano eccellenti attori: dopo aver ascoltato con trasporto il discorso del loro condottiero, lo stordiscono, per poi consegnarlo alle truppe del Nord che cingono d’assedio la fortezza. A farne le spese è maestro Luwin, il quale, ferito mortalmente, viene soccorso invano dai giovani Stark nascosti nelle segrete del castello. Prima di morire, l’anziano maestro affida ufficialmente alla donna dei bruti Osha il compito di vegliare sui piccoli Stark. I ragazzi si allontanano quindi con Osha e Hodor, lasciandosi alle spalle una Grande Inverno distrutta e fumante.
Lontano da Harrenhall, Arya e compagni continuano la loro fuga. Incontrano per l’ultima volta Jaqen, che li attendeva sulla strada. Dopo essersi offerto di condurre la giovane Stark a Braavos per allenarla, il misterioso guerriero consegna ad Arya una moneta particolare, insieme alle parole Valar Morghulis, dicendole di usarle quando volesse ritrovarlo. L’uomo senza volto, abbandonato il suo nome, dimostra le sue incredibili doti, lasciando la piccola Stark stupita, per poi allontanarsi.
Nell’assolata Qarth, intanto, Daenerys continua a cercare i suoi cuccioli di drago. La Casa degli Eterni è un labirinto spaventoso e allucinante, dove la giovane ritrova immagini del suo passato e finisce prigioniera dello stregone Pyat Pree. Solo il potere dei suoi draghi riuscirà a salvarla, e ad incendiare il sacro luogo, permettendole di fuggire. Dimostrando di essere una vera khaleesi, la giovane Targaryen punisce duramente il re della città, Xaro, rinchiudendolo e portando via tutte le sue ricchezze, sempre più decisa ad acquistare le navi per sbarcare nei Sette Regni.
Oltra la Barriera, infine, si concentrano i minuti finali della stagione. Qhorin il Monco viene ucciso da Jon Snow, in una sorta di messinscena che permette al giovane corvo di ingraziarsi i bruti e di essere portato al cospetto del famoso Mance Rayder, il Re oltre la Barriera. Sul Pugno dei Primi Uomini, nel frattempo, i Guardiani Sam, Edd e Grenn sono presi dal terrore per aver sentito tre squilli di corno. In preda al panico, si danno alla fuga, lasciando indietro il goffo Sam, che finisce con l’essere testimone di un indicibile verità: un’orda di non-morti, in cui si riconoscono bruti e Guardiani della Notte, procede inesorabilmente verso l’accampamento, guidata da scheletrici condottieri bianchi, gli Estranei.
L’epilogo di questa stagione è sicuramente entusiasmante e getta le basi per le puntate successive. Rimane innegabile che alcune linee narrative siano più interessanti e più approfondite di altre, ma in ogni caso tutti gli elementi sono dosati con perizia e concorrono alla buona riuscita del prodotto. Giunta alla sua seconda stagione, la serie si dimostra in grado di riportare sullo schermo le incredibili pagine del romanzo, senza perdere troppo, e restituendo ottimamente le atmosfere dei libri di Martin. Proprio questa perfezione formale, però, rende alcune note dissonanti ancora più stonate: su tutte, probabilmente, la vicenda Robb/Talisa è la più fastidiosa e fuori luogo, tuttavia occupa poco spazio nella vicenda e non riesce a rovinare eccessivamente il tono generale dell’opera.
Per i più impazienti l’estate è un’ottima occasione per portarsi avanti leggendo, magari sotto l’ombrellone, le splendide pagine dei libri successivi. Per tutti gli altri, invece, l’appuntamento è rimandato al prossimo aprile.
Scritto da Leonardo Ligustri.
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Altro che Hobbit, qui i mezzi uomini valgono doppio. Adoro Tyrion, è uno dei personaggi più riusciti e il rapporto con Cersei, l’odio sottile e neanche troppo, che la sorella prova per lui è da manuale.