True Blood 4×04: la recensione
Se durante i mesi di astinenza da True Blood, lo slogan della quarta stagione, Waiting Sucks (mai claim è stato più azzeccato), vi sembrava perfetto per riassumere la spasmodica ricerca di spoiler, vi sarà capitato di leggere sul web le parole streghe e amnesia: le succulente premesse hanno ripagato l’attesa? Vediamo cosa offre “I’m alive and on fire“…
La vulnerabilità di Eric continua ad essere la storyline più interessante, non solo per il terreno fertile che offre (anche di generi), ma soprattutto per la possibilità di mostrare il vampiro sotto una nuova angolazione, più introspettiva e profonda: le domande che Northman si pone durante l’episodio sono infatti l’inizio di un probabile viaggio personale, alla ricerca di sé, che darà ancora più consistenza al personaggio.
Sookie, inoltre, è così coinvolta dalla metamorfosi di Eric da sfiorare il primo bacio con il vampiro (attesissimo dai fan) in una delle scene più dolci dell’intera serie; ma la ragazza è sempre stata un po’ debole ai piaceri della carne ed è chiaro che, dopo l’esperienza con Bill, il licantropo-muratore Alcide, potrebbe rappresentare la possibilità di una relazione sentimentale “tranquilla”. E come dimostra la foto qui sopra, la tensione tra i due è evidente.
Sookie è infine protagonista di un significativo scontro con Bill: la protagonista, infatti, per la prima volta raggira il suo ex, proprio come quest’ultimo aveva fatto con lei in passato, in un gioco di potere da cui esce vincitrice. La discussione tra i due è il segno di come il loro rapporto è cambiato e di come la ragazza si stia emancipando dalla sua dipendenza dal Re della Luisiana.
Mentre Jason, protagonista di soporifere storyline dai tempi della terza stagione, superata la parentesi “uomo oggetto”, potrebbe finalmente tornare in prima linea con l’entrata in gioco del sangue di Jessica nel suo organismo. Sam, invece, è peggio di Tara (!!!).
… e alla fine arriva la strega: se inizialmente la scena del flashback ci ha confermato la triste tendenza registica di realizzare scene ridicole, ben lontane dal trash di una volta (vi ricordate la sequenza cult di sesso/resurrezione tra Bill e Sookie, talmente brutta da essere sublime?) la fattura finale ai danni di Pam, invece, ci regala un momento gore talmente appagante da desiderare subito trovate altrettanto memorabili. E aggiungiamo anche “Baby not yours” alla lista delle sequenze riuscite (è stato veramente il figlio di Arlene a scrivere la frase sul muro?). Questo è il True Blood che piace.
Piccola curiosità personale: la casa di Marnie ha ricordato anche a voi il Magic Box di Buffy?
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“Baby not yours” è stato davvero da brivido…e la storyline di Eric è una delle cose migliori viste finora. Quanto a Sam, suo fratello, la sua famigliola disfunzionale, non c’è altro da dire se non “Basta!”