Gustav Hofer e Luca Ragazzi si amano e stanno insieme da 8 anni: di mestiere fanno i giornalisti, adorano viaggiare e passare il tempo libero con amici e familiari. Quando Improvvisamente l’inverno scorso…Gustav e Luca decidono di raccontare la loro vita di coppia, e l’Italia dei DICO (DIritti e doveri delle persone stabilmente COnviventi), in un documentario. Acclamato in numerosi festival internazionali, il film è uscito in Italia direttamente in Home Video (e portato di sala in sala personalmente dai registi con dibattito a fine proiezione).

Il film ha inizio nel febbraio del 2007, mese del disegno di legge sulle unioni civili. Il Governo Prodi, sull’orlo del tracollo a causa di pochi voti di maggioranza al Senato, cade dopo la votazione sul rifinanziamento della missione in Afghanistan. All’appello manca il voto di Giulio Andreotti, fortemente contrario ai DICO. Per richiedere la fiducia al Senato, l’allora presidente del consiglio Romano Prodi cancella il disegno di legge dai punti del suo nuovo programma. I Dico vanno in pasto al Senato. Da qui partono innumerevoli riunioni della commissione giustizia e una “caccia alle streghe” sorretta dall’opposizione e dall’ambiente ecclesiastico. Dell’omofobia che invade il bel paese, i coraggiosi Luca e Gustav catturano i momenti chiave con un linguaggio universale e una suddivisione a blocchi da programma TV.

Improvvisamente l’inverno scorso è, infatti, una testimonianza necessaria. Indispensabile nel mostrare come l’omofobia sia stata pilotata e accolta a gran voce, senza troppe domande. Ecco quindi i nostri eroi in cerca del confronto per le vie di Roma: l’intento è quello di capire, e appunto confrontarsi, con il pensiero altrui. “Perché lei è a sfavore dei Dico?” chiede con garbo Gustav a un signore – “Perché sono matrimoni di Serie B“, risponde tutto orgoglioso l’intervistato. O all’ennesimo imprinting di berlusconiana memoria: “Non è un matrimonio è un disegno di legge, ha letto i punti?” – “No e non li voglio nemmeno leggere”. Le interviste poco rassicuranti continuano, nell’ordine, al 25esimo anniversario di Comunicazione e Liberazione (dove “contro natura” è l’aggettivo più garbato), a un’allegra fiaccolata di “Militia Christi” contro l’aborto (dove si sprecano paroloni come “l’omosessualità è una deviazione naturale”), passando alle velate minacce del “Trifoglio“, fino al Family Day, trionfo del bigottismo made in Italy. Gli intervistati più timidi si lanciano in balbettii, quelli più loquaci invece in mirabolanti arrampicate sui vetri (differenze tra “omosessuali” e “gay”, unioni possibili tra “uomini” e “cani”)…le cavallette! E’ colpa delle cavallette! direbbe Belushi. Insomma un carosello dell’ignoranza alimentata da un crociata mediatica dal linguaggio semplice e pericoloso.

Sono infatti le testimonianze politiche e religiose a chiarire le ragioni di sproloqui popolari tanto inappropriati. Dalle innumerevoli riunioni della commissione giustizia, Cesare Salvi (Sinistra Democratica e presidente della commissione) lancia il tormentone “Né insabbiare, né accelerare“; passando per Roberto Castelli (Lega Nord ed ex-ministro della giustizia) “Gli omosessuali facciano a casa loro quello che gli pare, contenti loro!“, fino a un Rocco Buttiglione senza fantasia “Niente famiglia/Niente matrimonio”. Non mancano interviste private a Paola Binetti (con lezioncina sul testo biblico della creazione), fino ai colloqui più rassicuranti con l’allora ministro per le Pari Opportunità, e co-autrice dei DICO, Barbara Pollastrini. Non prevenuta Rosy Bindi, irrintracciabile nonostante le innumerevoli email di Gustav. Luca e Gustav documentano il tutto senza dimenticare di inserire qua e là i salotti trash della televisione (Porta a Porta, of course) e gli appelli preoccupati di Papa Benedetto XVI. Ma il premio WTF va a Monsignore Angelo Bagnasco e al suo “Se cade l’etica poi è difficile dire no a incesto e pedofilia“. Sono testimonianze utili per comprendere l’atmosfera di allora (e di oggi) ma che in realtà non aggiungono poi molto al binomio “politica vile/ignoranza popolare” che regna indisturbato da anni. Il documentario è infatti più incisivo quando ricorre al didascalismo delle immagini (i punti del disegno di legge raccontati in stop-motion – il what if? in camera da letto – i contributi video che coprono Luca e Gustav), all’ironia e al lirismo.

La forza di Improvvisamente l’inverno scorso è forse quella di aver raccontato la vicenda dal punto di vista di una coppia gay, mostrando la naturalezza del rapporto in contrapposizione alla prepotenza del mondo esterno. L’incursione nella routine personale di Luca e Gustav è infatti fondamentale per sconfiggere le etichette e la paura verso una legge che, a distanza di 6 anni, non è mai arrivata. “Vogliamo solatanto dare dei diritti, la famiglia non corre nessun rischio. Buona, cattiva, pervertita, bigotta, ricca, povera: e chi la tocca?.

Continua a errare su Facebook e Twitter per essere sempre aggiornato sulle recensioni e gli articoli del sito.