Opinioni, sensazioni e visioni cinefile direttamente da Torino.

Ecco la seconda parte del nostro diario dal Torino GLBT Film Festival. Tra i film visti, durante questa maratona torinese, merita sicuramente una menzione particolare il vincitore Tomboy, ma le sorprese non si esauriscono qui e, infatti, non si può non segnalare, tra le produzioni più interessanti, anche l’intelligente cortometraggio di James franco o il documentario Becoming Chaz. Ma procediamo con ordine:

Tomboy

Laure ha 10 anni e si è da poco trasferita in un nuovo quartiere; quando conosce  Lisa, che sulle prime  la confonde per un ragazzino, lei decide, un pò per gioco, di assecondarla e così da quel momento diventerà Michael. Vincitore di quest’edizione del festival, Tomboy, di Celine Sciamma, affronta con intelligenza  un tema difficile come quello dell’identità sessuale, e lo fa riuscendo a conservare una delicatezza e una semplicità nel tono che si adatta perfettamente alla storia che vuole raccontare: una storia di dubbi e di incertezze vissute in età pre-adolescenziale quindi, quando tutto è ancora un gioco  e  la “finzione” diventa il modo migliore per imparare e crescere.

Masculinity & Me

James Franco si conferma grande amico del festival GLBT anche quest’anno, regalando al pubblico torinese ben due cortometraggi. Masculinity & Me si presenta come una riflessione, irriverente e un pò cattiva, sulla virilità e le sovrastrutture culturali ad essa legate. Girato per lo più tra mura domestiche, il corto ha un sapore (voluto) di amatorialità e rimanda ad un certo gusto underground che si sviluppa in crescendo nel corso dei cinque monologhi di cui è composto. Maschere di carnevale, invenzioni eccessive e sceneggiatura surreale: Franco si diverte, e diverte il suo pubblico, con un cortometraggio che, dietro gli eccessi, nasconde una grande sensibilità. Presentato nella sezione Cinemascape.

Tierra Madre

Docu-fiction ambientata a Tijuana che racconta la storia della spogliarellista Aidee Gonzalez e della sua compagna Rosalba. Scritto e prodotto dalla protagonista, Aidee si racconta attraverso una rigorosa e minimalista pellicola in bianco e nero. Il film si presenta come uno spaccato, drammatico, di vita reale che lascia, in realtà, un pò di perplessità rispetto al senso complessivo dell’intero lavoro. E, finita la proiezione, non possiamo fare a meno di chiederci: “ma questo film era proprio necessario?”. Presentato nella sezione Binari Lungometraggi.

Camminando Verso

Il lungometraggio, diretto dal giovane regista torinese Roberto Cuzzillo, è incentrato sulla relazione tra Antonia ed Emina: storia d’amore, ma non di passione, tra un’italiana e una bosniaca che non riesce a dimenticare il proprio passato e gli orrori della guerra. Potremmo definirlo intimista, potremmo sottolinearne l’autorialità, oppure accordargli quella dignità che spetta di diritto alle produzioni indipendenti; ma la realtà dei fatti contraddice tutti i migliori presupposti e, così, dobbiamo ammettere che Camminando Verso si presenta come un film semplicemente brutto. Se la storia è inconsistente, la regia si diverte (masochisticamente) a diluirla ancora di più attraverso interminabili pause di riflessione, che spezzano il continuum degli eventi (già di per sé poveri) e appesantiscono eccessivamente un film la cui storia, in realtà, potrebbe esaurirsi in poche battute. Presentato nella sezione Binari Lungometraggi.

Becoming Chaz

Documentario, diretto da Fenton Bailey e Randy Barbato, che racconta il percorso che ha portato Chassity Bono, figlia di Sonny & Cher, a diventare Chaz. Il film è sicuramente un documento importante in grado di spiegare in modo semplice le problematiche legate alla transizione F to M, nonchè un vero e proprio coming out su grande schermo. Al racconto vero e proprio, si alternano una grande quantità di interviste ad amici e familiari di Chaz che hanno il compito di puntellare le varie fasi della storia. Unica, grande, pecca di questo prodotto made in USA è la durata: 88′ sono davvero troppi anche per un lavoro tanto ricco. Presentato nella sezione Concorso Documentari

Infine un rapido sguardo ai cortometraggi visti: oltre a quello di James Franco, va infatti segnalato il brasiliano Depois Do Almoco di Rodrigo Diaz Diaz: storia di due casalinghe di mezz’età che, raccontandosi le proprie fantasie erotiche, si scoprono “improvvisamente” attratte l’una dall’altra. Una commedia piacevole e a tinte colorate in tipico stile brasile.

Scritto da Rossella Carpiniello.

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