Sense8: esplorazioni queer, sensoriali e sentimentali
La serie Netflix delle Wachowski riflette su connessioni e lotte globali
Creato da J.M. Straczynski e dalle sorelle Wachowski, Sense8 racconta la storia dell’incontro mentale fra otto “sensates”, che non si conoscono nella vita quotidiana e vivono in parti diverse del pianeta. L’atto con cui il cluster viene messo al mondo è al tempo stesso di nascita e morte, perché coincide con la visione simultanea e inaspettata del suicidio di una donna sconosciuta, Angelica (Daryl Hannah). A partire da questa scintilla di consapevolezza, Sense8 riflette sul modo in cui le reti di conoscenza ed empatia permettono la sopravvivenza, su come l’umanità dovrebbe evolversi attraverso una struttura elastica ed armonica al tempo stesso, ma anche sugli aspetti più rischiosi di questa dimensione connessa.
Gli otto protagonisti di Sense8 infatti interagiscono in modi sempre più complessi fra di loro, il che permette loro di affrontare situazioni impreviste, ma mette in pericolo la loro sopravvivenza – perché perseguitati da una misteriosa organizzazione con a capo il potente sensitivo Whisper. L’idea di una simultaneità e di una compresenza di esperienze a livello globale ha grande interesse; ma la diversificazione è compromessa dalla scelta della serie di comunicare l’idea della comprensione immediata e universale fra i sensitivi attraverso il comune uso dell’inglese. L’appiattimento linguistico che ne deriva rischia di ridurre le differenze culturali a una messa in scena postmoderna dell’esotico.
Il cuore di Sense8 non è perciò tanto nella proposta di un mondo globalizzato, quanto nella rappresentazione di una queerness radicale dei suoi personaggi. Innanzitutto la hacker transessuale Nomi (Jamie Clayton), la cui relazione con la compagna Amanita (Freema Ageyman) è gioiosamente esibita fin dal primo episodio – compreso il dildo arcobaleno con cui celebrano la giornata del Pride; e l’attore omosessuale non dichiarato Lito (Miguel Ángel Silvestre), che instaura un curioso menage con il compagno nascosto Hernando (Alfonso Herrera) e l’amica e finta fidanzata Daniela (Eréndira Ibarra). Ma tutti/e esplorano gli aspetti fino ad allora imprevisti del loro desiderio e della loro fisicità, in connessione o con altri/e, e la messa in scena della sessualità è l’aspetto più incisivo e coinvolgente di Sense8.
Anche le sequenze di azione, che coinvolgono principalmente la manager coreana Sun (Doona Bae), l’autista di autobus kenyota Capheus (Aml Ameen) e il piccolo criminale tedesco Wolfgang (Max Riemelt) hanno grande efficacia, trasmettendo la giusta adrenalina a chi guarda. Più che l’attenzione alle complesse traiettorie narrative (anzi spesso criticate), dunque, a dare piacere è un coinvolgimento più sensoriale, basato sulla superficie della pelle e del desiderio, e l’esplorazione delle possibilità aperte per chiunque sia disposto ad esporsi con gli altri.
Lo speciale natalizio che fa da ponte fra le stagioni si preannuncia in questo senso tutto da godere, dominato da romanticismo ed emozioni, almeno a giudicare dalla presentazione fatta da Lana Wachawski, per una volta regista in solitaria dell’episodio.
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