Quando c’era Berlinguer: la recensione
L’esordio dietro la macchina da presa del da sempre grande amante del cinema Walter Veltroni è dedicato all’icona delle icone della sinistra italiana: lo storico segretario del P.C.I. Enrico Berlinguer, assunto per un’intera cultura politica – non necessariamente aderente in toto alle sue ideologie – al livello di mito per un senso di appartenenza storica, […]
Sapore di te: la recensione
Con Sapore di te i fratelli Vanzina tornano a Forte dei Marmi, a 30 anni dal classico Sapore di mare, per raccontare le estati degli anni Ottanta, e “omaggiare un’epoca in cui la gente era più allegra e spensierata“, secondo le parole dello stesso Carlo. Nelle intenzioni dei Vanzina, dunque, è subito resa esplicita la […]
Still Life: la recensione
Per la sua opera seconda, Still Life, Uberto Pasolini – già produttore indipendente che lavorò anche a Full Monty e regista di Machan – La vera storia di una falsa squadra – si serve di una regia impeccabile, che si accorda alla pulizia dei gesti e dei movimenti dell’altrettanto impeccabile Eddie Marsan nei panni di […]
L’ultima ruota del carro: la recensione
Strizza l’occhio alla commedia all’italiana classica di Scola e Risi, L’ultima ruota del carro, il nuovo film di Giovanni Veronesi. Attraversando oltre quarant’anni di storia italiana, il regista toscano sceglie il punto di vista di Ernesto (un dimesso ma intenso Elio Germano), uomo semplice e umile, che non vive i cambiamenti della società da protagonista, […]
Sole a catinelle: la recensione
Con quasi trenta milioni guadagnati in meno di due settimane, Checco Zalone è entrato nello stantio panorama degli incassi del cinema italiano come un arcigno difensore entra in tackle scivolato. Successo sicuramente previsto, anche se forse non in queste proporzioni: il record di 60 milioni d’incasso del precedente Che bella giornata sembra infatti a portata […]
Anni Felici: la recensione
Inizialmente, il film di Daniele Luchetti avrebbe dovuto intitolarsi Storia mitologica della mia famiglia, titolo che avrebbe messo immediatamente in luce il carattere autobiografico alla base dell’opera, anche di quei fatti inventati, ma comunque simbolo di sensazioni e problematiche reali. Luchetti rappresenta uno spaccato della sua famiglia durante l’estate 1974: il padre Guido (Kim Rossi […]