Che strano chiamarsi Federico: la recensione
Che strano chiamarsi Federico è solo in parte un documentario su Federico Fellini. Piuttosto, è il ricordo di un’amicizia e di un vecchio amico. Ettore Scola, infatti, non vuole fornire un ritratto del regista riminese, né raccontare fatti ed eventi inediti, né tantomeno dare nuove interpretazioni o chiavi di lettura originali alla sua opera. La […]
Venezia 70. L’Intrepido: la recensione
Antonio Pane, protagonista a Venezia 70 de L’intrepido di Gianni Amelio, è un precario dalla morale di ferro: divorziato e con un figlio, di mestiere rimpiazza chiunque sia impossibilitato a lavorare, anche a ore. L’uomo cerca inoltre di affrontare la crisi con ottimismo a palate, per se stesso e gli altri; quasi un “angelo buono” […]
La Grande Bellezza: la recensione
“Non trova imbarazzanti certe figure che lei dipinge in modo così grottesco?” – “Non provo imbarazzo, anzi. Io trovo anche una recondita bellezza nel frequentare persone squallide o considerate non interessanti“. Paolo Sorrentino su La Grande Bellezza. La coppia Paolo Sorrentino – Toni Servillo porta sul grande schermo la storia di Jep Gambardella (Servillo), scrittore […]
Mi rifaccio vivo: la recensione
Film inaugurale della vicina Festa del Cinema (dal 9 al 16 Maggio al cinema si entra con soli 3 euro), Mi rifaccio vivo di Sergio Rubini tenta di immaginare cosa succederebbe se dopo la morte ci fosse un’altra possibilità, un “bonus” per tornare in vita e cambiare le cose che l’hanno resa insopportabile. Biagio Bianchetti […]
Razzabastarda: la recensione
Razzabastarda, film del 2012 diretto e interpretato da Alessandro Gassman, descrive la vita quotidiana di Roman, sfasciacarrozze romeno di madre zingara, che arrotonda spacciando cocaina, e del figlio Nicu, diciottenne indeciso sulla strada da percorrere. Più il padre cerca di tenerlo lontano dal crimine, più Nicu si invischia in amicizie e attività poco raccomandabili: i […]
Nina: la recensione
Menzione speciale al Bif&st 2013, l’esordio nel lungometraggio di Elisa Fuksas, Nina, si distingue non per la trama (esile e liquida come la china che la ragazza usa per esercitarsi con la scrittura cinese) ma per l’abilità della regista di incastonare la figura umana nella struttura scenografica di un’architettura. Quasi un lavoro artigiano per la […]