The Walking Dead 4×08: la recensione
Con il mid-season finale Too Far Gone – ennesimo episodio con alti e bassi –, diretto da Ernest Dickerson e scritto da Seth Hoffman, si entra nella pausa invernale della quarta stagione di The Walking Dead.
Come spesso si è visto negli ultimi episodi, a una prima parte dal ritmo lento e in cui pare non accadere nulla (la consueta e apparente calma prima della tempesta), segue un’esplosione di violenza non inaspettata. D’altra parte, il discorso iniziale dell’ex Governatore – che nel frattempo scopriamo, con un montaggio alternato, aver preso in ostaggio Hershel e Michonne – lascia presagire un “bagno di sangue”: il personaggio è estremamente (forse troppo) definito sia nel suo lato umano (abbraccia Meghan come un padre abbraccia la figlia e sembrerebbe davvero non voler uccidere nessuno, quando spiega agli ostaggi il suo piano – o forse è machiavellico fino all’ultimo respiro?) sia in quello folle e sanguinario, che emerge durante il caotico “gran finale”.
L’umana, generosa e invitante proposta del vecchio Hershel e di Rick, ovvero di provare a convivere tutti insieme nella prigione (in bracci diversi, per non incontrarsi), naturalmente non può realizzarsi: il Governatore – efficace la sua soggettiva che ci mostra una vista lievemente annebbiata dalla follia – con un colpo di spada la rigetta, staccando quasi la testa a Hershel. È l’inizio della fine.
Nel pieno della carneficina, l’uomo si ritrova tra le braccia anche la piccola Meghan, rimasta ingenuamente (l’ingenuità la si perdona alla bambina, ma non alla sceneggiatura) sola e isolata a giocare e aggredita da un azzannatore, che casualmente emerge da terra proprio in quel momento.
Se con un colpo di spada il Governatore annienta ogni speranza di (ri)conciliazione, con la medesima katana Michonne pone fine al personaggio, durante il “corpo a corpo” con Rick: l’uomo dalla benda sull’occhio viene trafitto al cuore – o quasi, visto che continua a contorcersi a lungo (un po’ troppo a lungo) per terra, finché Lilly, esasperata, non lo finisce con un colpo di pistola: più memorabile rimane la sua morte nel fumetto, dove un branco di zombie lo divora.
Tabula (quasi) rasa. È passato circa un anno dall’inizio dell’epidemia: lo si intuisce quando Glenn e Maggie discutono del loro anniversario – se da un lato il siparietto del loro amore ha iniziato a stancare da un pezzo, dall’altro David Lynch insegna che un pizzico di soap non stona mai, in nessuno contesto; la prigione – luogo “sacro” dall’inizio della terza stagione – è distrutta (il carro armato potrebbe sembrare un’esagerazione, ma nel fumetto c’è, ed è “cavalcato” dal Governatore) e abbandonata, probabilmente per sempre.
I superstiti, che finora hanno sempre ricevuto un impulso centripeto verso il “punto di raccolta” del carcere, subiscono in questo finale una spinta centrifuga (entrambe sono situazioni narrative tipiche dei serial corali): abbandonano il centro, senza meta e in direzioni diverse, alcuni a piedi, altri a bordo dell’autobus su cui sale la maggior parte dei personaggi. E l’ultima inquadratura è per Rick e Carl, che hanno nel frattempo perso anche Judith (probabilmente divorata, si può capire dall’ovetto vuoto e insanguinato).
La regia dell’episodio – pur nel furore del sangue e della battaglia – rimane spesso discreta: la testa staccata di Hershel è fuori fuoco, il colpo di pistola in testa a Meghan fuori campo, l’angosciante fine di Judith lasciata all’immaginazione (così non è nel fumetto, ben più crudo e violento). Quello di Too Far Gone è lo stesso finale del volume 8 (Made to Suffer) del fumetto originale di Robert Kirkman e Charlie Adlard. Addirittura l’inquadratura finale, con Rick e Carl che si allontanano sfiniti, riprende proprio la vignetta conclusiva dell’ultimo numero del volume.
Rimangono infine certamente dei dubbi: Judith è veramente morta o è stata portata via da qualcuno (forse si aspettano i commenti e le reazioni sui forum e sui social network per dare un seguito alla vicenda)? Tornerà Carol e quali saranno le eventuali accoglienze da parte del gruppo smembrato? E Tyreese (che nel fumetto muore con la testa mozzata dal Governatore, come abbiamo visto capitare a Hershel, ma che nel serial erra ancora con noi) scoprirà la verità su di lei (Rick e Daryl vengono interrotti ogni volta che sono in procinto di rivelarlo)? E chi sarà mai lo/la psicopatico/a che dava da mangiare ai topi e che si è dilettato/a con i loro corpi (tutti gli spettatori puntano naturalmente sulla piccola e ambigua Lizzie)? Attendiamo le risposte a febbraio 2014…
Scritto da Luca Pasquale.
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E per quel che vale, per me Judith non è affatto morta.
Daryl e le sue granate sono la parte migliore del mid-season finale. Il Governatore aveva stufato da un bel pezzo, era partito come un villain coi fiocchi e poi alla fine i suoi voltafaccia e la sua crudeltà non facevano neanche più notisssia. Ci fosse stato Gus Fring al suo posto…