The Walking Dead 3×13: la recensione
We have a lot to talk about. Sì, in Arrow on the Doorpost si parla molto; ma non c’è confronto o dialogo all’altezza del precedente Clear, le riflessioni fondamentali, le immagini potenti che avevano fatto della 3×12 una puntata tra le migliori mai viste. L’impressione è che The Walking Dead riesca ad esprimere il massimo delle sue potenzialità quando si muove in contesti nuovi, a briglia sciolta, nutrendosi di nuovi incontri e nuovi dilemmi esistenziali. La stanzialità non è il terreno in cui può crescere. E la novità di Woodbury e del personaggio del Governatore, che aveva dato vita a una prima metà di stagione straordinaria, sul lungo termine si sta perdendo in un mare di piccoli e poco significativi litigi interni, personaggi scialbi e false partenze.
Personaggio scialbo per eccellenza delle ultime puntate è Andrea, sempre più inconsapevole e ingenua. Nonostante le ragionevoli obiezioni mosse al progetto, la bionda dolente organizza un incontro tra Rick e il Governatore, certa che si possa raggiungere un accordo con la spartizione dei territori circostanti (sì, un accordo pacifico col Governatore, quello che teneva una collezione di teste in formalina). Ovviamente il Governatore rifiuta chiedendo inizialmente una resa incondizionata e offrendo, in seconda battuta, la pace, in cambio di Michonne. Ecco, il primo faccia a faccia tra Rick e il Governatore era il momento che tutti aspettavamo, lo scontro di visioni e strategie di due leader: il primo, emotivamente instabile, ancora troppo legato a un’idea di civiltà “altra” rispetto alla guerra permanente instauratasi, troppo legato ai concetti di fiducia, onestà e responsabilità; il secondo, perfetta macchina da guerra, privo di qualsiasi riferimento valoriale, determinato a ristabilire il suo dominio assoluto eliminando ogni interferenza. Dopotutto, un massacro, se colpisce solo il nemico, non può dirsi un vero massacro, ma soltanto un’ottima soluzione.
L’incontro tra i due, che pur nella location si annunciava catartico, con il tavolo al centro del capanno illuminato come un palcoscenico e la pistola nascosta, si rivela invece piuttosto sottotono. Il riferimento alla piccola Judith “AssKicker” come possibile figlia di Shane, che il Governatore fa per accusare Rick di scarso intuito, è stiracchiato e poco incisivo e il racconto fatto sempre dal Governatore sulla morte della moglie è espediente per intenerire il nemico fin troppo manifesto e banale. Certo, il Governatore sa che corde toccare e il porre la questione sull’alternativa “morte di tutte le persone che ami” vs “sacrificio di Michonne” fa seriamente vacillare Rick. Fortunatamente il nostro, nonostante le incertezze, sembra prendere la giusta decisione e riporta la conversazione al gruppo omettendo la clausola Michonne e prospettando la guerra definitiva come unica via d’uscita.
Ma facciamo un passo indietro, fuori dal capanno dell’incontro, dove gli altri attendono non troppo pazientemente la fine degli accordi. Ed ecco gli idilli che non ti aspetti: Milton il nerd, tutto preso dalla registrazione degli eventi per i posteri, dialoga e scherza con Hershel, bramando lo studio della gamba mozzata prima del contagio; Daryl e Martinez fanno a gare di eliminazione creativa di walkers guadagnandosi reciproca stima, dopo gli iniziali screzi. Tira aria di solidarietà e possibili alleanze nella base, in contrasto con le scelte dei leader, come si intuisce dall’opposizione di Milton di fronte alla decisione del Governatore: far credere a Rick di voler ridiscutere il patto tra 48 ore e tendere invece un’imboscata in cui ucciderli tutti e catturare Michonne. E Andrea? Ancora fiduciosa che si sia raggiunto un accordo. O l’abbiamo persa definitivamente, o nelle prossime puntate dovrà far scintille per riguadagnare un briciolo di credibilità.
Intanto alla prigione continuano a succedere cose del tutto trascurabili: in questa puntata nello specifico (ma è difficile distinguerle l’una dall’altra) c’è Merle che si azzuffa con Glenn, la figlia bionda di Hershel che spara in aria per dividerli (è ormai deciso che compia un’unica azione per puntata, per lo più senza senso), Merle che cerca accordi con Michonne per attaccare Woodbury per primi, Glenn e Meggie che capiscono che copulare davanti a zombie sbavanti non è il massimo della vita.
Che guerra sia e che stravolga completamente lo status quo. Abbiamo bisogno, ancora una volta, di uno sconvolgimento che rigetti i pochi sopravvissuti nel caos assoluto. Abbiamo bisogno, ancora una volta, di un nuovo inizio.
Scritto da Barbara Nazzari.
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