Per un cinefilo nessun posto è come Cannes. Nessun altro festival o manifestazione è infatti in grado di ricreare l’atmosfera de la croisette, popolata da migliaia di appassionati pronti a tutto per poter vedere, anche per un solo minuto, i grandi del cinema contemporaneo. Eh si, perché solo Cannes può permettersi, oggi, un programma tanto ricco di star e autori, registi affermati e prodotti di nicchia. La fame onnivora del cinefilo può così trovare ristoro, con un menù che spazia dai blockbuster americani al cinema d’autore francese, dalle pellicole di genere orientali agli sperimentalismi.

Jeune et Jolie di Francois Ozon

Dovendo purtroppo scegliere, in questi primi giorni di festival, non si poteva mancare la proiezione di Jeune et Jolie, ultima opera dell'(ormai) troppo prolifico Francois Ozon. La storia di Isabelle, giovane adolescente alle prese con la scoperta delle proprie passioni, sembra ricalcare, per intreccio e stile, il suo precedente 5 X 2. Se però, nel caso della pellicola presentata alla sessantunesima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, il tocco delicato del regista non era stato sufficiente a supportare una trama così fortemente condizionata dall’irrazionalità delle passioni raccontate, in questo ultimo film è proprio la classe del regista la vera differenza. In un racconto di illogiche emozioni e gesti, infatti, solo la bravura di Ozon può superare i rigidi schemi delle menti degli spettatori, lasciandoli trasportare dal pathos.

Le Passé di Asghar Farhadi

Seguendo ancora il concorso, oltre al violentissimo Heli di Amat Escalante, un altro regista francofono ha scaldato i cuori della platea: Asghar Farhadi, artista reduce dal grande successo di Una separazione. Le passé è un vivo e potente dramma familiare, in cui, ancora una volta, sono le emozioni le vere e uniche protagoniste. Sui volti di un cast di straordinaria bravura passano, infatti, i segni di addii dolorosi (il suicidio della moglie di uno dei protagonisti, lo sciogliersi di una coppia appena ritrovatasi e di una appena nata) legati fra loro da un tragico fil rouge. Film di parole e di sguardi, Le passé colpisce per la sua capacità empatica, lasciando, usciti dalla sala, una profonda malinconia.

The Bling ring di Sofia Coppola

Non è però solo il concorso a meritare le attenzioni di un vero appassionato. Da sempre infatti, Un Certain regard, sezione parallela a quella ufficiale, presenta opere di grandi autori e giovani promesse. Da lì, ad esempio, era uscito, lo scorso anno, quel Re della terra selvaggia che avrebbe poi sorpreso il mondo fino a una incredibile notte degli Oscar. Una sezione così importante meritava una degna apertura; quale titolo migliore di The Bling ring di Sofia Coppola? La pellicola, tratta da una storia vera, è un divertente gioco utile, se mai ce ne fosse ancora bisogno, a dimostrare le incredibili capacita estetiche della regista. Lontana dalle atmosfere sospese di Somewhere, la Coppola torna a usare la macchina da presa come strumento di divertimento e svago. Fra le protagoniste del curioso racconto spicca Emma Watson, ormai libera dalle spoglie di Hermione e sempre più destinata a un definitivo salto nell’Olimpo del cinema americano.

Basterebbero forse questi primi tre giorni a soddisfare il palato di cinefilo, ormai così stanco dalla solita minestra della distribuzione italiana. Ma il festival è solo all’inizio. Zhangke, Sorrentino, i fratelli Coen, Soderbergh, Refn, Aroun, Kechiche, Polanski e Jarmusch sono solo alcuni dei nomi in procinto di sbarcare sulla Croisette. Il meglio deve ancora venire.

Scritto da Giampiero Tempesta.

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